Quando ci vuole ci vuole, anche in giro per Internet ci vuole poco a trovare storie edificanti strappalacrime. Questa è un pochino speciale: narra di un autore di libri di tecnologia digitale che ha fatto un dovere del trovare gli autori umani di uno standard o di un programma, mai accontentandosi del semplice riferimento a una società.
A un certo punto l’autore si impegna per trovare l’inventore umano dello standard grafico Tiff, di cui sui media trova accreditata solo Aldus, l’azienda. E inizia
la storia.
A chi pensa che si esageri con il digitale, che siamo fatti per l’analogico, gli schermi sono da bandire eccetera, una bella domanda da StackExchange:
Perché i margini preimpostati in LaTeX sono così ampi?
Le risposte e i commenti hanno un rapporto segnale/rumore alto, cui non siamo abituati, e spiegano varie cose.
Viene fuori che esiste un optimum di caratteri per riga che favorisce la leggibilità di un documento, in funzione di una gamma ottima di dimensioni dei caratteri e interlinea delle righe.
Nella vita, sto per quanto possibile lontano dalle app in browser. Tendono a essere peggio delle controparti native e, soprattutto, ho già il browser intasato dalle pagine che tengo sempre aperte in attesa di un perché. Metterci dentro anche le app aumenta il rischio che Safari esploda, si blocchi, fonda, perda conoscenza.
Ci sono anche dei pro di non poco conto. Certe app sono su browser e basta (per dire,
Overleaf è bello). Altre app sono costruite con il framework
Electron, che
agisce come un antidepressivo debilitante sui sistemi Apple Silicon che montano Tahoe.
Non è necessario avere un’opinione sulla questione dell’identificazione per accedere ai siti porno, quando è possibile leggere per intero l’ottimo
Tette e gattini di Matteo Flora per capire le implicazioni, scoprire come si fa nel resto dell’Europa, elaborare una volta per tutte che a questioni complesse non si risponde con soluzioni semplici, perchè sono sbagliate.
Mi scappasse detto dal dodici di novembre in avanti che ho una VPN, beh,
ho una VPN da anni e la uso in questo momento preciso per scrivere da iPad su Mac. Ho anche un’altra VPN, da ancora prima, quasi mai usata se non per guardare qualche evento sportivo negli Stati Uniti. Ecco, non farò parte del boom prossimo venturo.
È possibile che il danno di reputazione e di immagine causato dall’attuale presidenza ai prodotti statunitensi abbia anche connotazioni positive?
Forse la risposta è sì e l’indizio è uno: l’allontanamento dal cloud velenoso di Microsoft.
Un conto è
il passaggio all’open source del land tedesco Schleswig-Holstein. Lo stesso conto è
l’adozione di Nextcloud da parte del Ministero dell’economia austriaco.
La sovranità digitale è un tema diverso da quello delle piattaforme aperte; dipende anche da considerazioni politiche, cultura locale, a volte da chi vince le elezioni.
Sempre alle prese con le due minorenni impuberi come nel caso del
telecomando Apple TV da riavviare, abbiamo affrontato le prime avventure della scuola secondaria di primo grado.
Abbiamo un rapporto migliorabile verso le divisioni quando cominciano a diventare interessanti, quando il divisore ha più cifre, quando ha i decimali e via dicendo.
Per questo, compiti istituzionali a parte, cerchiamo di svolgere qualche divisione tutti i giorni o quasi, per riprendere familiarità con i concetti e con il ragionamento.
Canva l’ha combinata grossa e sembra pure bella.
Il mistero annunciato con la
messa a disposizione gratis delle app Affinity per iPad è stato svelato e accidenti.
Le tre app che componevano la suite Affinity – bitmap, vettoriale e impaginazione –
sono diventate una sola, Affinity, composta dai tre ambienti, per Windows e Mac. È già annunciato l’arrivo della medesima proposta per iPad ed è sufficiente aspettare, mentre intanto è possibile usare le app singole.
Nell’ambito della campagna di alfabetizzazione
scopri cose utili sul funzionamento del tuo telecomando di Apple TV, le figlie hanno richiesto una consulenza preoccupate: non funziona più il volume.
Riavviato il televisore, riavviata la Apple TV e rimasto con il telecomando inutile in mano a mo’ di cerino, l’unica possibilità era riavviare il telecomando.
Non c’è bisogno di ricerche esoteriche, dal momento che esiste naturalmente una
pagina di supporto in tema.
Si tratta di tenere premuti cinque secondi contemporaneamente il pulsante TV e il pulsante Volume giù, in generale quelli in alto a destra e in basso a destra sulla pulsantiera. Si ignora il pulsante-trackpad in alto.
Mi rivolgo alla comunità per consulenza e supporto su una faccenda di iPadOS 26 di cui non ho idea di come venire a capo.
Quando aprivo File prima dell’aggiornamento, si apriva l’ultima cartella utilizzata e il mondo era un luogo di pace e armonia.
Se apro File adesso, in prima battuta appare un’anteprima solo testo di un file che a naso mi pare l’ultimo file elaborato sulla macchina.
A me andrebbe anche bene; molto spesso si tratta di un file da completare cui sto lavorando. Un miglioramento rispetto a prima. Qui però inizia l’arcano.
Ho apprezzato molto l’arrivo di Anteprima su iPad per effetto di iPadOS 26. Il mio lavoro sui PDF è occasionale e periferico e gli strumenti finora offerti dal sistema mi sono sempre bastati. Fa solo piacere vederli consolidati in una app precisa e identificabile; prima le cose funzionavano ma c’era un effetto di galleggiamento a mezz’aria che fa piacere abbandonare.
Un’altra cosa gradevole del nuovo Anteprima è la schermata di presentazione del programma, con l’ingranditore libero di essere spostato in giro per lo schermo. Niente più che impreziosimento estetico, tuttavia ottimamente realizzato e, volendo, anche un bel biglietto da visita per gli aspetti positivi di Liquid Glass. Come demo, ne vorrei uno così per qualunque app di pregio.