Un avvocato, una maestra e un nutrizionista, non è l’inizio di una barzelletta, pubblicano ognuno un’infografica e capita che io le veda a distanza di poche ore.
Capisco che è arrivato il momento Ghibli per l’infografica, dopo l’orgia di autoritratti alla Miyazaki. Parlano rispettivamente di legge, didattica e alimentazione, tuttavia hanno esattamente lo stesso stile, lo stesso posizionamento dei testi, identiche palette di colore. A guardarle sfocate potrebbero sembrare la stessa infografica.
Jeff Huang organizza le sue giornate con un file di testo. Al momento di scriverlo in un post, il file conteneva
quattordici anni di dati in oltre cinquantunomila righe.
Ogni sera Huang ruota il file mettendo in cima le cose da fare nella giornata successiva. Di giorno aggiunge osservazioni, appunti, informazioni da ricordare.
L’uso di linguaggio standardizzato (per esempio, la stessa intestazione per tutti gli incontri) rende il cercare le cose semplice come una ricerca. Dove gli sembra opportuno, aggiunge hashtag da ritrovare successivamente.
Ebbene sì, ci sono riuscito:
sono stato a vedere la mostra su Martin Mystère e Mac presso All About Apple Museum a Savona.
Dovrei dire cose importanti sul calore, l’atmosfera, l’accoglienza, la gentilezza che ho ricevuto in piena gratuità e invece non vado oltre: sono un privilegiato che ha amici grandi e speciali e ha potuto goderne.
Invece, qualche spoiler sulla mostra. Perché finisce poco dopo Natale e tanti che avrebbero dovuto e potuto hanno perso l’occasione. Un’occasione davvero ghiotta, perché i retroscena della mostra sono forti. Al tempo stesso, conoscerli renderà solo più gustosa la visita agli amanti del last minute.
A settembre, vicini all’inizio della scuola, la secondogenita settenne era molto amareggiata dal fatto che le vacanze stessero per finire. Ma lei è una che affronta i problemi a viso aperto.
Così ha insistito per sapere – a settembre – quanti giorni mancassero a Natale. Ha preso un foglio bianco e ha iniziato a disegnare una griglia tanto per tanti, che poi ha popolato con i giorni dei mesi.
Ha colorato in modo diverso Natale, il suo compleanno, quello di un’amica e pure quello del papà. Infine, ha apposto una X sul primo quadrato del suo calendario antistress da scuola.
Mica si vive solo di
Advent of Code, né bisogna per forza affrontare sfide forzatamente difficili.
Ci sono per esempio i
Twelve Days of Shell, l’occasione di imparare qualcosa sulla riga di comando e sul Terminale standone fuori. Sì perché la shell è ricreata nel browser e non crea alcun tipo di soggezione. La shell più confortevole e rilassante di tutte.
Le soluzioni si vedono facili – basta volerlo – e il livello iniziale è buono per chiunque. Come sempre, fare un passo avanti dipende più da noi che dalle condizioni al contorno.
Sono sinceramente convinto che non sia una conoscenza ora necessaria e altrettanto fermamente positivo sul fatto che si tratti di un genere di conoscenza nice to have, che oggi non serve, però sai mai.
E così eccomi ad accennare a
Delta Chat, sistema di chat decentralizzato, estremamente sicuro, open source, capace di cifrare una conversazione da un punto a un altro e nel contempo offrire app condivise dentro una chat, per diletto o per collaborazione estemporanea.
Riflessione interessante sul cambiamento portato dalla tecnologia, che ha coinvolto anche la tecnologia stessa.
Stephen Hackett ricorda su 512 Pixels come Jobs aveva annunciato iPhone, nella quasi mitologica
presentazione del 2007:
Tre cose: un iPod widescreen iPod con controlli touch, un rivoluzionario telefono mobile e un inedito apparecchio per comunicare via Internet. Un iPod, un telefono e un comunicatore Internet…
Tutto risaputo e persino storicizzato. Se però dovessimo descrivere allo stesso modo iPhone come è oggi, diciotto anni dopo,
useremmo le stesse parole?
Per il britannico Office for Budget Responsibility (OBR) è la peggior figura degli ultimi quindici anni, cioè da quando esiste: il documento Economic and Fiscal Lookup (EFO)
è trapelato alla stampa e al pubblico prima che il Cancelliere della Corona tenesse il rituale discorso sul budget statale.
Da noi si sarebbe sghignazzato e invece le autorità inglesi l’hanno presa seriamente, così da indire una investigazione interna all’OBR e presentare al pubblico un documento che riassume con la massima dovizia di particolari la catena di eventi che ha portato all’inciampo.
È arrivato il giorno più agognato, quello in cui si accendono le speranze.
Il giorno in cui parte
Advent of Code.
Risparmio ogni commento ed esorto caldamente tutti sul sito per non perdere la priorità acquisita, fare un fioretto a base di apprendimento di coding e pensiero computazionale, cimentarsi con sfide programmatorie prima ancora che astruse.
Il portato di queste tre settimane di programmazione vale la lettura di un libro autorevole, una masterclass di codice, tanti tutorial fini a sé stessi. Un’occasione da perdere ancora meno di tutti gli altri, anche se tornerà pure l’anno prossimo.
Con che cosa rispondere al profluvio di marmellata cognitiva prodotta tramite assistenti generativi, se non con l’umanità?
L’umanità si distingue per la capacità di produrre arte e
Slop Evader, nel suo porsi come provocazione artistica, lo fa appunto a rappresentazione di quello che è umano.
Slop Evader è una estensione per browser (Chrome e Firefox) che esclude dalle ricerche sul web qualsiasi contenuto posteriore al trenta novembre duemilaventidue, giorno di annuncio di ChatGPT.