Il parallelo che mi è venuto è con
L’orrore di Dunwich, novella horror di Howard Phillips Lovecraft.
Racconta di un tizio che prepara un elenchino di presenti e assenti a un evento aziendale. Un file testo con estensione .txt contenente solo vecchi caratteri ASCII, neanche una accentata, per dire. Cinquecentotrentotto caratteri.
Poi lo invia da iPad alle persone interessate, via Teams, e guarda l’anteprima del file inviato.
Impazzisce.
Qui sotto compare la resa Teams del file. Chi osasse leggerla lo farebbe a rischio e pericolo della propria integrità mentale. Si sussurrano cose terribili che sarebbero successe a chi ha cercato di arrivare in fondo.
Un piccolo test di user experience che prende le mosse dal
pessimo commento delle finali italiane dí softball. Meglio non richiamare alla mente immagini, per chi ha esperienza, e rispondere senza altri approfondimenti per quanti non ne avessero.
Ogni partita dura un certo numero di inning. Un inning comincia quando batte la squadra in trasferta. Dopo tre eliminazioni di battitori, comoncia la seconda parte dell’inning, in cui batte la squadra di casa, sempre fino a quando vengono eliminati tre battitori. Quindi l’inning è diviso in due metà.
La segnalazione di
Roberto è capace di farmi fare cose inaudite, per esempio invitare al supporto di una petizione.
Le petizioni su Internet sono finte e inutili, ma questa è diversa: il supporto a un’idea creativa, la cui efficacia (quella del supporto) è misurabile e concreta.
Invito quindi alla mobilitazione: chi non sarebbe disposto ad avere una
versione Lego di iMac G3?
Le raccolte di supporto per idee creative Lego sono vere: quando ho iniziato a scrivere mancava un soffio alle cinquemila adesioni e ora si è già proiettati verso il traguardo successivo, diecimila sostegni entro più o meno fine giugno prossimo.
È anche il fatto che Apple è meno estroversa di un tempo rispetto ai suoi traguardi ingegneristici.
Chi si lamenta della mancanza di creatività o di novità tecnologiche potrebbe farlo, magari, dopo avere guardato a velocità normale e con una normale attenzione questo
video sull’ingegnarizzazione di AirPod (delle abitudini di informarsi a mezzo video e proiettarli a velocità maggiorata per guardarli a metà parleremo un’altra volta).
La risultante è che AirPod non sono cuffiette ma meraviglie tecnologiche. Forse la migliore espressione, in questo momento, dei talenti di Apple lato hardware. Sono brividi diversi da quelli che Jean-Louis Gassée trasmetteva tanti anni fa assemblando un Macintosh Portable durante la sua presentazione. Arrivano, però, e lasciano qualcosa più della mera dimostrazione tecnologica.
Le piattaforme di computing sono basate di solito su un nucleo di basso livello, a partire dai cui comandi nasce software di alto livello a disposizione generale degli utilizzatori. I sistemi UNIX sono esempi classici: da comandi testuali per persone almeno minimaente esperte si arriva a interfacce grafiche e app potenzialmente fruibili anche solo con un mouse.
Apple è probabilmente l’unico caso in cui avviene anche il percorso inverso e l’elenco dei comandi di basso livello si arricchisce a partire dalle funzioni di utilità pubblica.
Come avevo magicamente
preconizzato, esce oggi online e in libreria
Statistica - principî e metodi con R e i dati dell’NBA. Per ora solo carta ma arriva anche l’ebook.
Ne ho già accennato e il titolo dice tutto, per cui resta solo da spiegare l’ovvio in modo che le cose siano molto chiare.
Conoscevo il libro prima che uscisse in quanto collaboro con l’editore. Lo segnalo – la storia del blog dovrebbe testimoniare a favore – perché mi interessa, ho potuto guardarci dentro prima che uscisse e trovo l’approccio degno di nota, superiore a quelli dei soliti manuali.
Quando
Mimmo ha pubblicato su Slack la notizia di
un blog scritto con emacs in org-mode con pubblicazione via Hugo, ho pensato che sarebbe stato cortese ricambiare in qualche modo.
Provo allora a sdebitarmi con
WebR - R in the Browser.
Che poi ultimamente potrebbe servire un po’ anche a me, ma è inutile arzigogolare in eccesso.
Sì continua a parlare di nuove tecnologie anche se sono vecchie magari di cinquanta o sessant’anni. La verità è che l’era digitale è appena cominciata, perché va misurata su scala più ampia di quella umana. Esattamente come l’era della stampa a caratteri mobili è iniziata con Gutenberg, ma prima il mondo diventasse a caratteri mobili c’è voluto un po’.
Poi ci sono i segnali anticipatori. Per esempio, la Danimarca
smetterà di smistare lettere cartacee a fine 2025.
Wikipedia è piena di sorprese.
Wikipedia, tra le mille cose, contiene anche una pagina corrispondente a una specie di house organ, intitolato Signpost.
Wikipedia tiene anche nota di fattoidi marginalmente interessanti come la classifica degli articoli con più traduzioni.
Ci si potrebbe aspettare che al primo posto ci sia la descrizione della molecola dell’acqua o il teorema di Pitagora e invece no: per anni, la voce più tradotta in Wikipedia è stata la
biografia di David Woodward.
Quando Apple produce video come
No Frame Missed, c’è solo da sospendere lo spirito critico e fare tanto di cappello.
Non tanto per la creazione del video, quanto per il tema: il racconto di tre vite segnate dal morbo di Parkinson che scoprono di poter girare video con iPhone, grazie alla funzione di accessibilità Action Mode.
Raccontarlo sa di strappalacrime. Il videomaker diagnosticato a trentasette anni che riesce a riprendere la prima pedalata del figlio. L’innamorata che riceve la proposta di matrimonio e la filma. La nonna ultranovantenne e il giardinetto di casa dove riesce a esprimersi.