Continuo a simpatizzare con gli sforzi per reinventare il retrocomputing in versione moderna, si tratti di Mac o di
altre macchine.
Lo sforzo di oggi è stato giustamente chiamato
Racintosh Plus proprio perché l’autore, e chi può biasimarlo?, per ragioni di convenienza pratica voleva a disposizione un Macintosh Plus funzionante, ma in versione rack, da inserire nell’apposita scaffalatura assieme ad altro hardware.
Il disciplinare di queste pratiche, che prevede livelli quasi prodigiosi di ingegnerizzazione e sviluppo software ad hoc, è stato pienamente rispettato. Da una parte si segue con curiosità la realizzazione della macchina, dall’altra si resta ammirati da persone con questo livello di competenza e passione.
L’inizio di una storia avvincente, tecnicamente pesantissima e di cui pochi si interessano, ma dovrebbe interessare tutti:
Non c’è mai stato un attacco malware contro iPhone che abbia avuto successo e grande diffusione. I soli attacchi a livello di sistema contro iOS che rileviamo vengono da spyware mercenari, vastamente più complessi del malware consumer caratteristico del cibercrimine tipico. Lo spyware mercenario è storicamente associato a organizzazioni statali e una catene di exploit che costano milioni di dollari, per colpire un numero assai ristretto di individui e i loro apparecchi. Per quanto la stragrande maggioranza degli utenti non subirà mai un attacco di questo tipo, tali catene di exploit dimostrano alcune delle capacità di attacco più costose, complesse ed evolute, al punto da meritare uno studio approfondito nel momento in cui lavoriamo per proteggere gli utilizzatori di iPhone. Le catene di spyware mercenario dirette contro iOS e a noi note condividono un denominatore comune con quelle che colpiscono Windows e Android: attaccano vulnerabilità nella sicurezza della memoria, problematiche che affliggono l’intera industria.
Al posto di perdere tempo in disamine di hardware e software sempre più relative ogni anno che passa, a questo giro vale la pena di guardare a un commento capace di condensare in una manciata di righe una quantità sorprendente di acidità, cattiveria e ignoranza.
Perché, nel suo piccolo, è un esempio perfetto di una intera categoria di critici verso Apple non tanto perché trovino qualcosa che non va in un prodotto, quanto più perché la loro soddisfazione frustrata deriva dall’essere critici a qualsiasi costo, non importa quanto sia verticale l’arrampicata sugli specchi.
La storia dei sei gradi di separazione era talmente stantia che si apprezza un approccio diverso, come quello di
Network of Time.
Network of Time declina sempre lo stesso concetto, ma declinato attraverso le fotografie. Quante foto separano Steve Wozniak da Cristiano Ronaldo? Si parte da una foto che vede insieme Wozniak e un certo Nathen Mazri. Quest’ultimo compare in una foto successiva assieme al rocker Gene Simmons, il quale a sua volta…
Anthropic, i numeri due dell’intelligenza artificiale o presunta tale, è finita nei guai con i giudici per avere scaricato una quantità vertiginosa (milioni) di libri elettronici da siti pirata, allo scopo di addestrare i propri modelli linguistici.
Alcuni autori hanno fatto causa per appropriazione indebita di contenuto e ora Anthropic ha accettato di corrispondere risarcimenti per almeno
un miliardo e mezzo di dollari.
La cifra, per quanto elevata, rappresenta per il loro commercialista poco più che uno spiacevole e superabile incidente di percorso; la società ha recentemente ottenuto finanziamenti per poco meno di dieci volte la cifra in ballo.
Non sono ancora riuscito ad approfondire ma, stando a questo signore, i MacBook montano
un sensore che misura l’inclinazione dello schermo.
Il tizio aggiunge che il sensore suddetto non è esposto ai programmatori tramite una interfaccia di programmazione, ma lui ha trovato il modo di consultarlo e ha scritto un pezzettino di codice che, quando lo schermo gira sulle cerniere, manda un rumore da vecchia scricchiolante porta di legno.
L’esperienza di utilizzo può venire arricchita in infiniti modi, su questo non c’è dubbio.
Per un attimo dimenticherò che comunque mi rende la vita leggermente più comoda e ne parlerò come se non mi riguardasse.
Meta, una megamulticorporation che pensa solo dal miliardo in su, di dollari oppure di account, titolare di tre delle piattaforme più utilizzate sulla Terra, ha pubblicato
Instagram per iPad.
Il progetto era partito abbastanza bene, tanto che la app originale è nata su iPhone ed è rimasta esclusiva di iPhone per due anni. Questo nel 2010.
Quatto quatto, Vision Pro inizia a ritagliarsi uno spazio interessante in più nicchie di mercato dove il prezzo elevato, il relativo ingombro e la scarsità,di software generico ma dedicato non costituiscono ostacoli e, semmai, aiutano a mettere a fuoco soluzioni specifiche.
Ne parla un articolo di MSN, superficialotto ma ugualmente interessante, che presenta
Vision Pro usato con successo in contesti specifici, dall’addestramento di piloti d’aereo alla realtà virtuale nel mondo immobiliare e vari altri.
Per parafrasare: Microsoft ha fatto anche cose buone.
Per esempio, fornire a Apple II e Commodore 64 il linguaggio Microsoft BASIC. E, qualche anno dopo,
rendere il Basic suddetto open source.
Quindi siamo certi che Microsoft abbia fatto almeno due cose buone. Non avesse l’istinto predatorio, potrebbe anche farne delle altre. Magari tra altri cinquant’anni.
Leggere lo Status Report periodico del team FreeBSD richiede impegno. La maggior parte del contenuto è, per il mio stile di computing, più o meno irrilevante, perché oltremodo tecnico o spinto verso piattaforme che al massimo posso avere sentito nominare.
Ogni tanto salta fuori una perla che mi riconcilia con la fatica e conferma la mia ipotesi che FreeBSD sia un ottimo secondo sistema operativo e che, in casi estremi, potrebbe bene fare il primo.