Dimmi che sei tecnoumanista con un lato nerd perverso senza dirmi che sei tecnoumanista con un lato nerd perverso.
Lungo tratto autostradale essenzialmente rettilineo, poco traffico, velocità costante. La app Mappe in funzione su iPhone accompagna il tragitto con uno scorrimento regolare, uguale a sé stesso.
Conosco il tratto autostradale a memoria, l’avrò percorso più di cento volte. La noia è totale.
Guardo lo schermo per un attimo. Sopra la rappresentazione dell’autostrada si vede il cartiglio verde con la sigla dell’autostrada stessa (tipo A99) in bianco. Noto per la prima volta che il cartiglio scende assieme alla mappa verso la parte bassa dello schermo, come se facesse parte della rappresentazione grafica. Per la prima volta mi chiedo che cosa succeda quando il cartiglio arriva in fondo allo schermo e scompare.
Maturo lentamente l’impressione che ci siano una attesa e una insistenza su un visore Apple per realtà virtuale e aumentata che, quando verrà effettivamente presentato, interesserà quattro gatti (con rispetto parlando e sempre relativamente a una società con oltre un miliardo di utenti attivi).
Di converso, si parla pochissimo di un nuovo sensore a zero invasività (pronto per watch, diciamo) per controllare i livelli di glucosio nel sangue. Che, quandunque uscisse, sarebbe accolto con fervore da una platea di milioni di persone per le quali cambierebbe veramente la vita.
Con la fame che c’è di storie degne di ascolto presso un grande pubblico, mi stupisco di come nessuno – credo – abbia pagato Low End Mac per i diritti cinematografici della sua
storia di Newton.
C’è di tutto: la lotta di potere, l’innovazione, la suspence, la visione di pionieri, la delusione che viene dall’alto, i cambi di rotta, le rivelazioni, i misteri (perché il software di riconoscimento della scrittura a mano venne consegnato a Mosca di nascosto?) e mille altre cose.
Si fa sempre fatica a digerire tutta l’informazione che circola, eppure di questo periodo mi ritrovo a iscrivermi a newsletter che teoricamente sono buone.
L’ultima in ordine di tempo è quella di
Tom Scott.
Per riuscire a scrivere cose sensate, bisogna partire da leggere cose sensate. E l’informazione è sempre tanta, ma non potrà mai essere troppa. Con tutto quello che c’è da imparare.
Brutta cosa quando si opera su un libro per motivi ideologici, politici, di parte e lo si spersonalizza, o peggio lo si stravolge.
È quanto
accade in questi anni alla trilogia del Signore degli Anelli.
Ignoravo che si potesse andare persino oltre e scippare direttamente il titolo di un libro celebre per veicolare qualche altro messaggio. O per ragioni biecamente commerciali.
Cercavo
L’uomo che vendette la Luna,
The Man Who Sold the Moon, romanzo breve di fantascienza firmato da Robert Heinlein nel 1949.
Vecchio adagio: il cane che morde l’uomo passa inosservato, mentre l’uomo che morde il cane fa notizia.
Siamo così a parlare di Kellin Perline, dilettante di spicco nel
Go, che
ha sconfitto l’ennesima sedicente intelligenza artificiale ad applicarvisi.
La vittima artificiale,
KataGO, non è
frutto della DeepMind di Google come AlphaGo e poi AlphaZero, ma viene data come equivalente in fatto di potenza di gioco.
C’è un distinguo da fare: Pelrine si è appoggiato a un’altra sedicente intelligenza, che ha giocato tipo un milione di partite contro KataGO e ne ha scoperto alcuni punti deboli. L’umano disponeva di sufficiente competenza nel gioco per mettere in atto le trappole che, sapeva, avrebbero favorito la sconfitta della macchina. E ha raggiunto il risultato. Sia pure con l’aiuto di armi non convenzionali, l’uomo ha morso il cane. Quasi, via.
Ammetto che facevo parte del
gruppo degli inconsapevoli. In iOS è nascosto un autenticatore per i siti che applicano la 2FA, autenticazione a due fattori (metti la password e anche il codice che ti è arrivato a parte).
E sì che Cnet
lo aveva mostrato già mesi fa. La tentazione di buttare alle ortiche l’autenticatore attuale è forte, anche se prima bisogna verificare che tutti i siti da coprire funzionino.
Alla figlia fa comodo una tabella completa di tempi e coniugazioni dei verbi. Mi viene in mente un metodo per chiederne una che magari potrebbe funzionare. La chiedo.
In pochi secondi ottengo una tabella delle coniugazioni dei verbi. Soddisfazione.
Dopo altri pochi secondi, mi accorgo che mancano come minimo gerundio e infinito. È vero che sono un po’ grammar nazi, è vero che preferisco un italiano ricco di vocaboli e varietà a un italiano monocorde e di poche parole, è vero pure che credo a quella frase per cui se non abbiamo parole per descrivere un concetto non riusciamo a pensare quel concetto. Insomma, sono un po’ fissato con l’italiano. Mi sembra però che chiedere il gerundio in una tabella di tempi e coniugazioni destinata alla scuola primaria sia anche legittimo e non frutto di ossessione personale.
Con questo post annuncio una moratoria unilaterale su ChatGPT e compagnia: d’ora in avanti e salvo richieste, solo post che abbiano valore divulgativo e scientifico e solo se assolutamente di qualità.
Anche perché oggi ho scoperto che
lo hanno messo a giocare a scacchi contro Stockfish. L’animazione della partita, meno di un minuto, è veramente imperdibile.
Si tenga presente come esistano nel campo intelligenze artificiali che, pur non essendolo, dominano gli scacchi in modo assoluto. AlphaZero di Google
ha imparato a giocare in quattro ore.
Il Comune di Savona ha pubblicato un
questionario riservato a nessuno, ovvero aperto a chiunque, dedicato alla conoscenza dei luoghi museali della città.
Effettivamente non ho ancora visitato la Pinacoteca e certamente lo farò.
Sì, ho visitato il museo All About Apple. Sì, più di una volta. Intendo tornarci. È un luogo straordinario perché animato da persone straordinarie.
Chiunque abbia visitato il museo All About Apple dovrebbe compilare il questionario, che impegna per pochi minuti e contiene domande facili. Il passaggio più complicato è quando viene chiesto il numero di musei a Savona. Non ne avrei la minima idea a essere sincero, solo che la domanda seguente li elenca tutti.