In mancanza di correnti d’aria che rinfreschino, The Verge prova a muovere qualcosa
creando un dualismo artificiale sulle parole di Mark Zuckerberg rivolte al personale di Meta.
Nel primo paragrafo si riporta come, secondo Zuckerberg, Meta e Apple siano impegnate in una gara filosofica e molto profonda a chi costruirà il metaverso, a suggerire – questo lo dice la testata – che le due aziende competeranno nella vendita di hardware per realtà aumentata e virtuale.
Un bel grazie al
dinamico duo di A2 che mi ha nuovamente coinvolto in un podcast dedicato ai postumi di Wwdc.
Avevamo una scaletta e l’abbiamo seguita sovvertendola, dal primo momento, e parlando di una ennesima milionata di cose.
In primo piano le novità dei prossimi sistemi operativi Apple, con digressioni su Mail, librerie condivise di iCloud, il gusto di Apple per la collaborazione e molto molto altro, tra blackout imprevisti, connessioni che imprevistamente hanno tenuto. arresti improvvisi, ripartenze subitanee, sorprese qua e là.
Devo a
Fëarandil la lettura illuminante di oggi, tratta dal blog
Worms and Viruses:
Ho colto una tendenza recente per cui i recensori hanno inesplicabilmente smesso di confrontare portatili Wintel con MacBook Apple. Per esempio, confrontiamo la recensione di Surface Laptop Go 2 su Ars Technica con quella di Surface Book 2 del 2017. La recensione attuale comprende solo altri portatili Wintel, mentre quella del 2017 comprendeva anche il MacBook di riferimento quell’anno.
Si è tirato davvero tardi nella spiaggia sotto la collina e abbiamo risalito il sentiero di ritorno con molto buio.
Ho illuminato i punti critici del sentiero con watch. All’inizio ci ho provato per scherzo; poi funzionava.
Durante la serata, abbiamo giocato a individuare qualche costellazione, con l’aiuto di
Night Sky (livello gratuito).
A un certo punto, su watch mi è arrivata la notifica di un passaggio della Stazione spaziale internazionale.
Ars Technica titola che
MacBook Air M2 scalda così tanto che, se non lo facesse, andrebbe più veloce.
Però John Gruber scrive su Daring Fireball che
questi computer con Apple Silicon sono veloci, sono efficienti e non scaldano. Dove sta il vero?
Questi sono tutti i passaggi della
recensione di Gruber in cui si parla della questione calore:
Il calore è dove le persone sono spaventate. Lo sono per via delle loro esperienze con i portatili x86 (di Apple e di altri) dell’ultima decina di anni, mentre Intel perdeva la sfida delle prestazioni per watt e semplicemente non possono credere che un portatile sottile, veloce, durevole, che non scalda, senza ventole (nel gergo Apple, senza un “sistema attivo di raffreddamento”) sia non solo possibile, ma addirittura con prezzi accettabili per il consumatore. Sono qui per rassicurare: MacBook Air M2 è sottile, performante, durevole, non scalda ed è senza ventole.
Sono allo smanettamento con Google Analytics e, non tanto riguardo allo strumento specifico quanto in generale, sono sempre più convinto che manchi una metrica fondamentale: il valore della pagina (in traffico, in conversioni, in quello che si vuole) dovrebbe essere messo in relazione con la durata dell’esposizione e parametrato sull’unità di durata.
Per capirci: se guardo il traffico di giugno, ci sarà un articolo pubblicato il primo giugno, che è rimasto esposto in rete per trenta giorni, e uno pubblicato il trenta giugno, che è rimasto esposto per un giorno e forse pure meno.
C’è apprezzamento e rispetto per chiunque, ammirazione per tanti, un pensiero speciale per alcuni. Le persone che al dunque mancano veramente, però, sono poche.
Oggi avrei volentieri augurato buon compleanno a
Emilio e lui mi avrebbe spiegato tutto quello che c’è da sapere sulla beta di
Ventura. Se le agende fossero state favorevoli ci saremmo mangiati una pizza a due passi da casa sua e chiacchierato di passato, presente e futuro.
Questo blog ha troppo rispetto della storia per trattarla come se fosse finita e non ci fossero mille altre cose da fare, guardare, leggere, giocare, programmare, imparare, insegnare, vivere. Faccio pochissime eccezioni e questa è dovuta.
Oggi dovevo firmare un consenso e potevo farlo solo di persona, così ho totalizzato cento minuti di auto per mettere una firma (in realtà cinque, ma ci siamo capiti).
Stasera ho letto un mentecatto su LinkedIn tuonare contro i consumi energetici del software mal scritto. Non ho capito perché lo scrivesse su un social, per sua natura avido di risorse, invece che su un canale
Internet Relay Chat, ma tant’è.
Prima di tutto, a parte casi minimi ed eccezionali, ci sarebbe molto da dire sui criteri che determinano il consumo energetico o la bontà di un software.
Le Mappe di Apple sottostimano il tempo di percorrenza di uno o due minuti, sempre, comunque.
Settanta giga al mese, spartiti tra Mac, iPad e iPhone, sono giusto sufficienti per il lavoro e le piacevolezze di un periodo al mare, a meno di riorganizzare robustamente i processi e l’organizzazione rispetto a quello che si fa a casa.
Il megaschermo informativo del pronto soccorso dell’ospedale di Senigallia (cose di parenti) è azionato da Windows Server ed è in crash clamoroso.
Non mi sono dimenticato de
La Prima Colonia; anzi, sono finalmente arrivato in fondo alla lettura. Se ci ho messo così tanto dipende da me, il libro non c’entra. Ho trovato finalmente un’organizzazione di lettura compatibile con il giusto ritmo per questo libro, che si gusta meglio a mio parere con monoporzioni giornaliere.
Dopo la
parte zero di questa recensione, in cui esponevo i miei criteri, e la
parte uno, come è fatta l’opera, oggi parliamo di che cosa fa l’opera.