Apple
ha polverizzato ogni record di vendite nel trimestre natalizio.
Io mi accontento di riavere i commenti in calce ai post, grazie all’amicizia e alla gentilezza di Mimmo che ha svolto tutto il lavoro e che ringrazio di cuore.
Prossime tappe in ordine di realizzazione:
- date nella home;
- funzionamento degli embed dei tweet;
- ritorno dei vecchi post;
- valutazione di un nuovo tema;
- altre migliorie assortite.
Confesso che non ho abbandonato la speranza di riuscire a bloggare usando Lisp e che un giorno potrebbe tornare
Coleslaw come motore, ma a patto che le funzioni acquisite qui non si perdano, quindi con i commenti a posto.
In cui ho scoperto che l’ospedale in cui volevo eseguire un esame di routine per il rinnovo della patente ti fa compilare un modulo di prenotazione e poi ti avvisa per telefono la data effettiva. Nel mio caso, mai perché abbiamo gran parte del 2022 già coperta. Piccolo dettaglio: per dirmelo ci hanno messo due mesi.
In cui mi sono interfacciato con un funzionario di una banca che non risponde al telefono e guarda la posta elettronica una volta al giorno, ma non la guarda tutta: quando termina l’orario di ufficio, smette.
La dimostrazione perfetta che perseguire qualsiasi utilizzo della tecnologia solo perché è possibile farlo, è un danno per la comunità.
Su Twitter è apparso un bot, @Wordlinator, che insulta variamente chi condivide l’esito di una sua partita di
Wordle. C’è una logica: è legittimo infastidirsi se qualcuno abusa della libertà di comunicare fornita dai social media allo scopo di inviare informazioni non interessanti.
Solo che il bot, alla fine degli insulti, comunica anche la parola che verrà usata da Wordle il giorno dopo. Twitter ha deciso per questo (e non per gli insulti) di bannarlo. Infastidire chi infastidisce è una cosa; rovinare il gioco a chiunque sia in ascolto è un’altra cosa.
Una agenza di consulenza open source ha sottoposto alla propria comunità un elenco di progetti possibili su cui lavorare, pronti a realizzare quello che avrebbe raccolto più donazioni.
Nell’elenco ha prevalso la pseudoclasse Css :focus-visible per WebKit (in pratica, per Safari).
Così l’agenzia ci ha lavorato e ha proposto la miglioria al gruppo di lavoro WebKit. Il quale ha collaborato con l’agenzia per mettere a posto qualche problema e ha infine pubblicato la modifica nella più recente versione di
Safari Technology Preview, una versione più avanti di quella ufficiale usata per anticipare nuove funzioni, fare test, lavorare al futuro prossimo del browser.
Soprattutto,
che cosa vedevamo. L’interfaccia che avremmo a disposizione se macOS Catalina funzionasse su una risoluzione di 512 x 342 pixel, quella del primo Macintosh.
Seguendo la timeline di @NanoRaptor si notano altri paragoni suggestivi in tema.
Per ora si può lasciare un commento dalla
pagina apposita di Muut per QuickLoox. I commenti torneranno disponibili in calce ai post appena possibile.
Da socio dei
Copernicani, mi permetto un post in cui si fa politica. Mai ne scriverei uno, tuttavia, che sia partitico. I Copernicani sono meravigliosamente apartitici, concreti e consapevoli delle opportunità della tecnologia. In tre giorni capitano due opportunità interessanti e per una volta le segnalo.
Tutto oggi si può
votare simbolicamente per scegliere il Presidente della Repubblica con un sistema di votazione diverso da quelli usuali e usato dai Copernicani stessi per le nomine delle cariche interne all’associazione. Si parla di una figura sopra le parti, la rosa dei candidati è molto ampia, alla fine si finisce per produrre un sondaggio che poi sarà curioso confrontare con l’elezione effettiva per vedere se e quanto differisce nell’esito.
Devo confessare. Sono tornato brevissimamente nel campo del giornalismo per dare una mano a un amico che doveva trasformare in articolo il resoconto di una sua conferenza.
Uno ero io. L’altro era lui, uno dei padri della Internet italiana, con una conoscenza della tecnologia prossima all’infinito.
Per un motivo o per l’altro, siamo partiti da un file testo… e siamo passati per Open Document, Pages e Word prima della consegna della versione finale.
Lidia e io abbiamo terminato vittoriosamente
Bugdom 2, gioco di azione di
Pangea che compie vent’anni.
Pangea è stata un nome di rilievo a un certo punto della storia di Macintosh e per alcuni anni i suoi giochi sono stati inclusi nei nuovi Mac grazie a un accordo con Apple; nel 2008 l’azienda decise di puntare tutto su iOS. Sa allora non è successo moltissimo (l’ultima uscita è del 2014); in compenso ci sono ancora segni di vita. Il sito, d’altri tempi, funziona e i giochi sono regolarmente disponibili su iOS e iPadOS, a volte anche aggiornati alle ultime versioni dei sistemi operativi.
Poco dopo essere entrati nel XXI secolo,
The Open Group
intentò causa ad Apple per abuso di marchio registrato: Mac OS X Server parlava di Unix, ma non passava la relativa certificazione.
Sì, a quel punto del lavoro avevamo accesso all’intero codice sorgente di Apple.
Le opzioni erano due,
racconta Terry Lambert, che si occupò di risolvere il problema: rendere Mac OS X conforme a Unix e così disinnescare la causa, nella quale The Open Goup chiedeva duecento milioni di danni; oppure comprare The Open Group, probabilmente per un miliardo di dollari.
Microsoft ha acquisito una software house capace di produrre giochi fuori dal coro e con quel qualcosa in più, per trasformarla in una macchina da soldi che guarda solo a profitto, produce a questo scopo giochi ordinari e uguali a tutti gli altri, spesso o in prima battuta solo per i propri sistemi.
Parlo naturalmente di Bungie, un tempo autrice di capolavori come la serie
Myth o
Marathon e oggi, dopo l’acquisizione del 2000, appiattita sullo
sparaspara multiplayer online che fanno tutti, tutti allo stesso modo.