Un modo possibile di affrontare il cambiamento,
dalle pagine di GQ.
Io, uno dei più in vista tra i sostenitori degli orologi meccanici, indosso un Apple Watch. Non me ne vanto né ci scrivo post per i social media, ma metto al polso il mio Apple Watch tre o quattro volte a settimana, il che ne fa uno dei pezzi più fidati di tutta la mia raccolta.
— Benjamin Clymer, fondatore di
Hodinkee
Non si fa in tempo a scrivere un pezzo sull’
approccio di Apple al lavoro intelligente che
diviene pubblica una lettera scritta da un gruppo di dipendenti per chiedere più flessibilità rispetto alla scelta di lavorare in presenza oppure in remoto.
John Gruber
ha espresso chiaramente il punto di vista culturale di Apple: la società ha un approccio che dà molto valore al gruppo di lavoro e preferisce di molto l’ambiente dell’ufficio.
Gruber aggiunge alcune valutazioni personali che hanno diritto a fare parte del dibattito: in sintesi, Apple è diventata così grande che per forza di cose ospita anche persone poco adatte, o inadeguate, alla filosofia aziendale.
Da settembre, i dipendenti Apple
lavoreranno in ufficio lunedì, martedì e giovedì, mentre avranno l’opzione di lavorare in remoto il mercoledì e il venerdì.
Ad alcuni reparti specifici saranno chiesti quattro o cinque giorni a settimana in presenza; in compenso, tutti potranno fare domanda per avere fino a quindici giorni supplementari l’anno di lavoro in remoto, che saranno concessi o meno dai responsabili di reparto.
Nel 2022 verrà effettuata una valutazione dei risultati, che potrebbe portare a una nuova riformulazione degli orari di lavoro.
Dell’opportunità di portare i Comandi rapidi su Mac
hanno già detto in diversi e poco cambia che Jason Snell lo abbia ribadito nella sua raccolta di
cose che vorrebbe vedere presentate a questa Wwdc.
Da ribadire c’è pure la gran differenza tra quanti perculano sulla storia dell’unificazione del sistema operativo e le tecnologie software che percolano da un sistema all’altro e portano a un ecosistema omogeneo senza sacrificare l’adattamento ottimale di ciascun sistema operativo a ciascuna macchina. La lista si allunga, Catalyst migliora e il progetto complessivo ha un buon aspetto. Avanti con la percolazione.
Non solo
Lucy.
Apple ha annunciato
chi ha vinto la Swift Student Challenge 2021, legata all’imminente
Worldwide Developers Conference.
Senza entrare nel merito, alla competizione prendono parte centinaia di studenti da tutto il mondo, ragazzi e ragazze che non hanno ancora la maggiore età ma si mettono in gioco, imparano un linguaggio di programmazione, inventano soluzioni a problemi reali, ci provano davvero.
Sono, o almeno somigliano a, quelle persone che nello spot
Think Different, pazze a sufficienza da voler cambiare il mondo, poi lo cambiano davvero.
Per fortuna ho dato retta a Paolo e considerato
50 Years of Text Games qualcosa di speciale oltre che un racconto carino di retrocomputing.
La
trattazione di LambdaMOO, 1990, impressiona.
Tempi in cui Internet era in gestazione e però le persone cominciavano a incontrarsi e a scoprire mondi online.
Nei
Mud canonici occorrevano molte ore di gioco, padronanza dei meccanismi dello stesso e un buon grado di carisma e capacità di rapportarsi con gli altri, per diventare un wizard, un mago.
C’è una ragazza inglese che pubblica video su TikTok e ha più di un milione e mezzo di follower.
Una descrizione come questa potrebbe corrispondere ad abbastanza ragazze da raddoppiare la popolazione femminile di Torino.
Questa ragazza però si chiama
Lucy Edwards. Ha diciassette anni e ha appena terminato di perdere completamente la vista.
Pubblica video su TikTok, dicevo. Per farlo si aiuta con una app che le suggerisce quando è effettivamente inquadrata dalla telecamera. Prende appunti audio con una app di grande accessibilità, ascolta il testo di articoli e commenti, utilizza un lettore di etichette per capire che cosa ci sia dentro un barattolo. Tutto da sola.
In Markdown ci sono due modi per inserire link nel testo: inline (l’Url del link segue immediatamente il testo linkato) e reference (Al testo linkato fa seguito un codice di riferimento e in fondo al documento si trovano i riferimenti e gli Url collegati).
Ciascuno ha la sua preferenza, per questioni di leggibilità del sorgente oppure di editing veloce di un link in fase di revisione. C’è anche però chi crea link in Markdown a mano e tende a preferire i link inline, per la ragione che sono più immediati da creare e richiedono meno testo e spostamenti del cursore.
Nella
recensione delle fotocamere del nuovo iPad Pro M1 da parte di Lux (pura omonimia…) si accenna a un superpotere di cui Apple non fa cenno.
In pratica, iPad Pro ha un microscopio. Si possono scattare foto macro incredibili senza bisogno di accessori. iPhone 12 Pro (o qualsiasi altro iPhone) ha un obiettivo differente e mette a fuoco solo fino a circa otto centimetri dal soggetto. iPad Pro mette a fuoco facilmente su oggetti molto più vicini.
Mike Bombich, il produttore di Carbon Copy Cloner, ha raccontato sul proprio blog di
alcuni problemi legati al boot con dischi esterni su Big Sur. Lettura interessante e autorevole; Carbon Copy Cloner è in giro con successo da oltre vent’anni.
Apple ha chiarito che continuerà a supportare il boot da unità esterne sui Mac con Apple Silicon, ma la realtà è che saranno più limitati in ciò che possono fare.
Questa è una delle conclusioni del post, il quale consiglia essenzialmente di attuare strategie di backup meno basate su dischi esterni in grado di avviare Mac e spiega come Carbon Copy Cloner si adatterà alla nuova situazione.