Ignoravo che fossimo arrivati all’ipertasto fino a quando MacSparky mi ha illuminato.
L’ipertasto significa
usare Blocco Maiuscole o un altro tasto di preferenza in modo che equivalga alla pressione simultanea di Maiuscole, Control, Opzione e Comando. Operazione, riferisce MacSparky, oggi ancora più facile che in passato, grazie ai programmi giusti per intervenire sulla mappatura della tastiera
Chiaramente, l’ipertasto permette di creare un numero consistente di nuove comandi da tastiera, prima impossibili.
A seguito di
un nuovo iPhone entrato in casa, la famiglia può giovarsi di tre mesi di prova gratuita di
Arcade. Una figlia ha passato i sei anni, l’altra i tre, un’occhiata al servizio l’ho data.
App Store, rispetto a Google Play Store, fa la figura di un centro urbano rispetto a una favela (con tutto il rispetto per chi abita quelle reali, certamente non per scelta). Ci sono problemi, ci sono strade da evitare, tutto potrebbe (sempre) andare meglio, ma ti puoi anche rilassare, fare cose utili, divertirti.
Di gran valore il rapporto annuale di Backblaze sull’affidabilità dei dischi rigidi dentro il suo datacenter. Rapporto annuale, non trimestrale.
Di gran valore perché il dato annuale del 2020 viene confrontato con 2019 e 2018 e, per esempio, si vede che l’affidabilità totale dei dischi è di molto migliorata. Nei commenti si cerca di capire quali possano essere le ragioni e non è semplice.
Nei dati si nota un modello Seagate da diciotto terabyte che vanta, si fa per dire, un tasso di guasto annuale un ordine di grandezza sopra tutti gli altri. Il suo intervallo di confidenza è amplissimo, il che significa inaffidabilità del suo tasso di guasto. Il disco in questione ha totalizzato più di cinquemila giorni/disco di funzionamento. Ma il tasso di guasto è inaffidabile. Non dico altro, per non fare io il disco rotto.
Un colpo secco che a un orecchio distratto avrebbe potuto anche sembrare un’arma ad aria compressa. Uno degli iPhone familiari è appena caduto sulla piastrella del bagno perfettamente di piatto, dalla parte sbagliata. I testimoni oculari mi dicono che lo schermo ha dato un ultimo lampo di luce azzurrina e poi si è spento.
Il cristallo è perfettamente integro, solo che la caduta è stata eccessivamente precisa e si è rotto qualcosa dentro. L’apparecchio non reagisce ad alcuna terapia.
Mi sono appena ricordato di avere regolarmente pagato la quota annuale di iscrizione all’Ordine dei Giornalisti e di dover ancora attaccare il bollino sulla tessera.
Una volta la procedura era assai analogica: l’Ordine spediva a casa il bollino, stampato su carta adesiva. Appiccicavo il bollino sulla tessera.
Oggi è giusto fare queste cose in digitale, per risparmiare risorse e tempo.
Così mi devo collegare al sito dell’Ordine, scaricare il bollino, stamparlo, ritagliarlo e appiccicarlo sulla tessera.
Vari siti sono in fermento perché iPhone 12 mini avrebbe venduto poco.
Per Ars Technica, si è trattato del
flop 2020 per le vendite di Apple; gli analisti sarebbero a discutere se ad Apple convenga fare un 13 mini l’anno prossimo.
Per creare un minimo di contesto: i dati di riferimento sono quelli del trimestre natalizio, record di sempre complessivo e soprattutto per il fatturato di iPhone, oltre sessantacinque miliardi di dollari, il diciassette percento in più dello stesso periodo un anno prima. Siccome si parla di qualche decina di milioni di apparecchi, non mi stupisce che uno possa avere venduto meno degli altri. Indizio: quando hai più di un modello, ce ne sarà sempre uno che vende meno degli altri. Avrà venduto meno del previsto? Può essere. Con queste cifre, probabilmente qualcosa avrà anche venduto più del previsto. La notizia, se c’è, sembra da estrarre con più sforzo del petrolio dagli scisti bituminosi.
A un certo punto arriva comunque quello che deve modificare il file Pdf. Un po’ come al ristorante quando vede il pesce spada grigliato e chiede di averlo come sashimi.
In qualche modo, con
LibreOffice, si riesce anche a fare qualcosa di buono se la codifica del Pdf è misericordiosa a sufficienza e ci risparmia i problemi di font. Sono rimasto sorpreso dalla bontà della funzione, che ovviamente fa quello che può; non era scontato, comunque. Rispetto a
Inkscape, che può fare le stesse cose, è un bel po’ avanti.
Tema banale quest’anno, trovare modo di seguire il Super Bowl in diretta, grazie alla copertura Rai. Non amo i commentatori italiani di stato sul football americano (sarebbero stati meglio quelli della televisione commerciale) e così, complice la VPN di Ivacy, ho ascoltato gli americani via Cbs.
Trattavasi brutalmente del confronto tra il veterano quarterback-leggenda e la giovane stella emergente. Anche quando ero ragazzino, forse suggestionato dalle imprese dell’Olimpia di Mike D’Antoni e Dan Peterson, in questa situazione ho sempre tifato per la prosecuzione della leggenda, che sfida la legge del tempo che passa. Leggenda che oltretutto, quest’anno, aveva i pronostici a sfavore.
Un recente aggiornamento a Raspberry Pi OS aggiunge alla lista dei repository (i depositi) di codice un server Microsoft, ufficialmente a supporto degli utenti di Visual Studio.
Il diavolo non sta qui.
Viene aggiunta anche una chiave GPG di Microsoft usata per firmare digitalmente i pacchetti software. Quello che Microsoft aggiunge al repository verrà automaticamente considerato affidabile dal sistema operativo.
Il diavolo non sta neanche qui.
Il nuovo repository viene aggiunto alla lista anche se viene effettuata una installazione minimale del sistema, senza interfaccia grafica, al minimo indispensabile.
Come pensiero della notte, questa
considerazione di Matt Birchler:
Il mio lavoro quotidiano è un misto tra designer e product owner e non sarei in grado di svolgerlo da un iPad. […] Inoltre mi occupo di un canale YouTube e, mentre posso fare sul mio iPad la maggior parte del lavoro necessario, mi ritrovo a gravitare verso il mio vecchio Mac mini. Potrei svolgere il lavoro da iPad, eppure scelgo di farlo su un Mac molto più lento.