Se escludiamo la preistoria delle schede perforate, la storia della programmazione è iniziata con i terminali,
stupidi o
intelligenti: cioè dotati di un processore apposta per mostrare sullo schermo caratteri in grassetto o lampeggianti (il secondo caso) oppure neanche quello. I terminali erano collegati da qualche parte nel pianeta a un mainframe, che amministrava tutte le risorse di elaborazione. I terminali avevano il minimo indispensabile per ricevere messaggi dal mainframe e inviargliene.
A Natale ci is regala qualcosa da imparare e Slashdot ha pubblicato una bella panoramica di
calendari dell’Avvento dedicati alla programmazione.
Stabilito che per fare un giro come si deve dappertutto ci vorrebbe un Avvento di novanta giorni, il mio preferito è per certo
Advent of Code, con un bel po’ di lunghezze sugli altri. Mi piace l’idea di porre problemi anche piacevoli da leggere e mi piace che la scelta del linguaggio di programmazione per provarci sia lasciata al lettore.
iPad dieci anni dopo, per me, è fonte di grave disappunto. Non perché sia “cattivo”, in quanto non è cattivo — è persino grande — ma perché nonostante sia grande in molti modi, complessivamente ha mancato di esprimere il notevole potenziale che ha mostrato il primo giorno. Per raggiungere questo potenziale, Apple deve riconoscere di avere commesso profondi errori concettuali nell’interfaccia utente di iPad, errori che hanno bisogno di essere eliminati e sostituiti, non levigati e rifiniti.
Lavoro per Apogeo, che da quest’anno ha aggiunto i corsi di formazione alla classica offerta editoriale e durante il Black Friday ha pubblicato una pagina su
come regalare un corso.
Prima del Black Friday la pagina non c’era e, in fase di progettazione dell’evento, l’idea dei regali era stata scartata per difficoltà di implementazione.
Poi è successo che la promozione ha funzionato; al punto che sono arrivati acquirenti di corsi che ci hanno contattato per chiedere proprio come regalarli.
Questo blog ha bisogno di mille interventi che prima o poi troverò priorità sufficiente per decidere, ma un refuso o un errore nei post hanno priorità assoluta e ho appena viaggiato nel tempo a correggere due inesattezze.
Me ne accorgo leggendo il post via web e poi vado nel Finder a ritrovare il file originale. Naturalmente mi ricordo il titolo; apro la cartella dei post e digito il titolo nel campo della ricerca.
Uno dei temi del 2020, iniziamo a portarci avanti, sarà ancora una volta l’automazione personale. Lo ripeto da qualche anno solo che, a differenza del meme L’anno di Linux per il desktop, questo si dispiega davvero.
Si guardi a questo affascinante
articolo di Federico Viticci su MacStories, relativo al controllo di un ventilatore Dyson via iOS attraverso HomeKit e varie app indipendenti, con aggiustamento automatico in funzione della temperatura della stanza e notifiche push su qualsiasi apparecchio interessato, fosse anche watch.
Ci sono in agenda albero e presepe, la letterina al Babbo reclama priorità, manca un mese eppure ci sentiamo in ritardo. Qualcuno
ha già fatto i compiti, in compenso.
Per una volta, Wired (UK) ha scritto una recensione degna di lettura,
di MacBook Pro 16”. Le cose come stanno secondo loro, nel bene e nel male, senza giri di parole e limitando il pregiudizio negativo che tradizionalmente coltivano verso Apple.
Certo, il titolo è Una scusa per i fallimenti passati, ma in sostanza si ritirano in ballo le tastiere ovunque possibile e poco più.
Interessante il confronto con Windows. Di solito qualcuno scrolla le spalle e racconta di potere avere la stessa dotazione a prezzo molto inferiore. Wired critica la scelta della scheda grafica e sconsiglia l’acquisto ai gamer, perché con la stessa cifra si può avere un Pc con scheda più potente.
A settembre la primogenita entrerà nella scuola primaria e in questi giorni siamo nel vortice delle presentazioni degli istituti, che parlano pubblicamente del proprio piano formativo, aprono le porte ai visitatori per un giorno e in generale cercano di convincere i genitori a farsi scegliere. Diffidente e scettico come sono verso la scuola attuale, ammetto che l’esperienza vissuta finora ha superato le mie (scarse) aspettative. Va meglio, o meno peggio, di quello che credevo.