Una delle variazioni più discusse introdotte da macOS Catalina è la sostituzione di
bash con
zsh.
Ho notato (partendo prima di tutto da me) che meno si conosce la shell più si tende ad discutere del cambio e che quindi, per evitare di discutere a favore di fare scelte utili e concrete, è meglio iniziare ad approfondire il tema.
Su questa falsariga segnalo l’articolo in cui
Brett Terpstra scopre fish, un’altra delle alternative possibili a bash.
Che bello
Organelle! Il sito spiega piuttosto bene le cartatteristiche dell’oggetto e Engadget ha una corposa
prova su strada.
In sintesi più adatta a questo spazio, Organelle è un talentuoso scatolotto dotato di comandi meccanici che ricordano certi sintetizzatori molto spartani del tempo che fu, in pochissimo spazio.
Dentro lo scatolotto sta un
Raspberry Pi equipaggiato con sistema operativo Linux, cui l’utilizzatore non ha accesso (non accesso previsto, almeno). Un po’ come dentro un iPad si trova un processore Arm con sistema operativo iPadOS, cui l’utilizzatore non ha accesso diretto.
Mi aspetto di leggere confronti tra watch e Mi Watch Xiaomi basati sulle specifiche tecniche, come ha fatto Ars Technica nel suo articolo
Il clone di Apple Watch di Xiaomi elimina quello che c’è di buono in Apple Watch.
Sarebbe bello che qualcuno confrontasse le
pagine dedicate alla privacy da Apple con
quelle di Xiaomi, che non sono nemmeno le peggiori in giro, e scrivesse chiaro che parliamo di oggetti provenienti da galassie diverse.
Il Presidente degli Stati Uniti è noto per le sue azioni e reazioni viscerali e ha pensato anche a un miglioramento per la UX, la user experience, l’esperienza utente, di iPhone. Una designer già in Apple all’epoca di quello sviluppo lo ha
commentato con ironia.
Apple presenta la serie 11 di iPhone con enfasi sulle funzioni di fotografia computazionale e sui nuovi obiettivi.
Coro di mugugni perché oramai si è persa l’innovazione, sono gadget inutili, comunque non scatteranno mai bene come una vera macchina fotografica,
l’obiettivo sporge e rovina l’estetica eccetera.
Segue
satira (segno certo del successo) sulla disposizione dei tre obiettivi.
È appena uscito in Cina
CC9 Pro di Xiaomi, con una modalità di scatto da centootto megapixel e quattro obiettivi, che effettivamente sono incolonnati, ma sporgono ugualmente.
(Questo post è intenzionalmente privo di link).
Fabrizio Venerandi, che adoro e considero amico anche senza avere titolo di sua frequentazione e nonostante lui potrebbe a buon diritto negarmelo, sostiene che un apparato sia un computer quando è possibile usarlo per programmare l’apparato stesso; un Mac sarebbe un computer perché è possibile programmarvi sopra una app per Mac, mentre un watch non lo sarebbe, perché non può essere usato per programmare il suddetto watch.
Se ascoltiamo la
voce di Bloomberg, notoriamente diversa da quella di un adoratore di Apple a prescindere, impariamo che i nuovi iPhone sono davanti a tutti nella qualità del video, da tempo, e che la serie Pixel di Google risultava migliore di iPhone nelle foto.
Solo che i Pixel 4 di quest’anno hanno perso il vantaggio sulle foto e hanno pure la batteria peggiore. Sempre Bloomberg riferisce che la batteria è la prima priorità dell’acquirente medio, non il prezzo, per cui anche il fatto di costare qualcosa meno vale fino a un certo punto nel valutare l’acquisto di un Pixel.
John D. Cook non si considera un vero e proprio
survivalista computazionale, ma apprezza la prospettiva dell’approccio:
Cercare di fare tutto il possibile con strumenti elementari di riga di comando, nell’idea che ci si possa trovare qualche volta nella situazione di non potere usare nient’altro.
Non condivido l’idea; tra connessioni remote, reti Wi-Fi, macchine virtuali e apparecchi che stanno in una tasca, trovarsi limitati alla riga di comando mi pare improbabile. Mi piace l’approccio, invece, perché sono strumenti economici, veloci, appunto elementari: mattoni fondamentali da costruzione. Per lo stesso motivo apprezzo il linguaggio
Lisp, che in linea di principio può essere sviluppato arbitrariamente a qualsiasi livello attraverso la combinazione di poche istruzioni base.
Apple ha segnato un nuovo
record di sempre per il quarto trimestre fiscale dell’anno, in un momento di flessione di iPhone, il prodotto da cui dovrebbe essere dipendente e troppo legata secondo numerosi sedicenti analisti.
A farla crescere, e si parla di un gigante da duecento miliardi, sono i servizi e poi prodotti come Watch oppure AirPods.
John Gruber, nel provare in anteprima AirPods Pro con la cancellazione del rumore, la modalità Transparent che cancella selettivamente, nuovi comandi e nuova qualità, scrive che la differenza tra questi e i vecchi AirPods
è come tra il giorno e la notte.
Pensieri confusi sulla biometria e sulla sicurezza, dopo avere recuperato dal passato un articolo di Engadget sulla
sedicente facilità di superare Touch ID: fotografa l’impronta, ritocca la foto, stampala su plastica traslucida, ricavane un circuito, usa carbonato di potassio per incidere l’impronta, spruzzala di grafite, coprila di colla, togli l’eccesso di colla, poi ruba l’apparecchio e viola TouchID prima che il proprietario se ne accorga e prenda le contromisure.
Il pezzo prendeva nettamente le distanze dai siti che parlavano di semplicità e facilità rispetto a procedure come questa e in sostanza si facevano beffe del riconoscimento dell’impronta senza avere la minima idea della sua sicurezza effettiva.