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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

18 lug 2018

Il silenzio dei digitanti

Questa cosa delle tastiere dei MacBook Pro mi sembra definitivamente scappata di mano, o di polpastrelli.

Con le nuove configurazioni è arrivata anche una nuova versione della tastiera. E tutti a verificare se veramente è più silenziosa delle precedenti.

Le precedenti tastiere si guastavano più frequentamente dei modelli prima di loro, sicuro. Certamente non è la maggioranza delle tastiere, quella che si guasta. I guasti sono più frequenti, ma la grande maggioranza delle tastiere funziona. Altrimenti Apple non si dedicherebbe a ridurre il rumore, ma vedrebbe di farle funzionare.

17 lug 2018

Scampoli d’assenza

Capita: una persona costruisce un universo, di idee, di prodotti, di creazioni, di immagini, di racconti, di capitali, di qualsiasi cosa. A un certo punto lascia. In un certo senso succede anche con i figli, che quando sono pronti per camminare con le loro gambe fanno da soli. E la grandezza si misura anche per come si è preparato il proprio lasciare.

Capita: Guido van Rossum abbandona i panni di Benevolent Dictator di Python, linguaggio tra i più popolari (su Mac basta scrivere python nel Terminale per trovarselo davanti e quit() per rimetterlo a dormire. In mezzo, di tutto). Guido ha creato Python a fine anni ottanta e stava nel ruolo da oltre trent’anni: il Benevolent Dictator è figura tipica in un progetto open source, autorità suprema che decide le direzioni da prendere e scioglie le indecisioni.

16 lug 2018

Diti e lune

Salta fuori che i nuovi MacBook Pro hanno il disco a stato solido più performante di sempre, con prestazioni in scrittura che valgono dieci volte la media del mercato o dei volte quelle del concorrente più vicino.

Una cosa fuori dal mondo. È giocare in un altro campionato.

E chi se ne frega. È un record, è un segno di eccellenza ingegneristica e progettuale. Spariscono sempre in momenti come questo quelli che Apple trascura i Mac. Chissà come fanno, visto che un traguardo del genere, senza pazzesca integrazione hardware/software, è irraggiungibile. Useranno Ssd provenienti da Hogwarts.

15 lug 2018

La festa dei dieci anni

Si capisce che App Store ha lasciato il segno sulla società quando arriva il suo decimo anniversario e ne parlano i deejay alla radio, in prime time. Alla radio si parla di qualcosa solo se interessa una vasta maggioranza ed è innegabile che le app abbiano cambiato il modo di intendere il software e di distribuirlo, oltre a trasformare il telefono cellulare in un computer da tasca.

Che tutti usino App Store (tra quello originale e le sue copiette) è pacifico; che tutti capiscano come funziona e come è arrivato fino a noi, zero. Né potrebbe essere diverso; quelli che vanno allo stadio a protestare contro la campagna acquisti del club nulla sanno dei meccanismi che veramente tengono in piedi il calciomercato.

14 lug 2018

Favole aumentate

In un intervallo della serata di gioco di ruolo:

Abbiamo preso uno stagista veramente bravo. Sta preparando una app di fiabe in realtà aumentata. Che se solo funzionasse decentemente su Android… stiamo collaudando su un modello di punta e sì, ogni tanto vede il pavimento. Ogni tanto.

Lo sviluppo della app per iPhone invece procede a gonfie vele e il pavimento viene sempre visto nel modo giusto per applicargli la realtà aumentata.

13 lug 2018

Grandi speranze

Per quanto il gioco preferito di moltissimi sia faccio le pulci al nuovo sistema operativo apposta per lamentarmi che dopo dieci o venti anni di evoluzione non compaiono più funzioni clamorose come quando il sistema era appena nato, constato che da tempo non ero in attesa speranzosa di una nuova versione di iOS come adesso che sta per arrivare la dodicesima iterazione.

Apple spinge chiaramente novità come la realtà aumentata o gli animoji; a leggere un primo resoconto della beta, mi entusiasmo per Siri Shortcuts, Screen Time, FaceTime fino a trentadue partecipanti simultanei, Apple Books che sostituisce iBooks, Apple News che finalmente magari diventa anche cosa italiana, unificazione dei gesti tra iPhone e iPad.

12 lug 2018

La differenza

Microsoft ha pubblicato un nuovo Surface economico, per cercare di rosicchiare qualche briciola all’iPad ora capace di usare Apple Pencil.

La concorrenza è un bene; il rovescio della medaglia è che compaiono pagine di inutilità leggendaria, tipo caratteristiche e prezzi a confronto.

Come se contassero qualcosa, i prezzi e le caratteristiche.

La vera differenza è che poi per iPad esce Affinity Designer. E altre cento meraviglie che gli altri se le scordano.

11 lug 2018

A letto con la complicazione

Come tutti gli anni, Apple ha fatto cosa buona e giusta e reso disponibili a chiunque i video – ricercabili – delle sessioni tecniche di Wwdc.

Sono cose dirette principalmente agli sviluppatori, quindi molto tecniche. Eppure a scorrere la lista si trova certamente qualcosa che vale la pena di leggere e invito chiunque ad addomentarsi con qualcosa di almeno vago interesse.

Mi guarderò Swift Generics perché è un concetto che sicuramente meritava più spazio sul mio libriccino. (Disclaimer*: il libriccino rappresenta a oggi il modo più veloce e semplice di avvicinarsi a Swift fuori da Swift Playgrounds, però è fermo a una versione vecchia del linguaggio. Il novantanove percento di quello che si legge vale anche quando si fa il salto verso la versione aggiornata di Swift; il linguaggio si è tuttavia straordinariamente evoluto dal tempo della pubblicazione).

10 lug 2018

L’esperimento Musk

Ci sono sicuramente questioni più urgenti, ma credo ugualmente che la nostra scuola stia avviandosi verso un piano inclinato.

Chi esce con una cultura lo fa nonostante l’istituzione, principalmente grazie al tessuto sociale intorno. I test mostrano chiaramente un divario di alfabetizzazione letteraria e numerica tra nord e sud… e gran parte degli insegnanti al nord arrivano da sud.

Il problema è che la scuola è in ritardo sui ragazzi di oggi e il ritardo è destinato ad ampliarsi senza proroghe.

9 lug 2018

Una cosa per volta

La sfida di riportare alla vita un Mac IIsi del 1990 e metterlo su Internet nonché praticare le tipiche attività del computer di oggi, o almeno approssimarle, è sempre avvincente, va da sé. Ci sono il fatto tecnico e le soluzioni ingegnose.

Allo stesso tempo, mi ripeto, diventa rapidamente stucchevole. Bellissimo il retrocomputing e lo adoro, però ormai è stato fatto più o meno tutto quello che può essere fatto. L’ennesimo computer apparentemente inadeguato che diventa adeguato, va bene, purché ci sia almeno qualcosa di intrigante. Che ho trovato verso la fine dell’articolo di ArsTechnica.