Ha esattamente tutto quello che vorrei… eccetto il layout italiano, accidenti.
Laptop Pro di Matias è la prima vera buona tastiera meccanica che vedo, pensata per portatili e soprattutto collegabile con Bluetooth. Ovvero, ideale anche per iPad.
Centosesssantanove dollari, viste le specifiche, sono giusti. È impensabile scrivere senza un layout italiano, per me. Qualcuno altro, magari più impostato verso la programmazione, avrà meno remore e gliela raccomando di cuore.
Ringrazio Matteo per la segnalazione di questa eccellente
ricostruzione della storia di Android per computer a tavoletta che ha portato, oggi, all’abbandono di fatto del formato da parte di Google.
Qualsiasi grande azienda di oggi spende un sacco di parole per il rispetto dei diritti dei lavoratori e del pianeta a suon di abuso della parola sostenibile.
Da grande evento aziendale in prestigiosa villa ai confini di Roma, le solite foto di banco regia e giornalista estero accreditato.


Come si fa a pensare differente, ora che il 1996 è trascorso e Apple si avvia a capitalizzare un trilione di dollari?
È Dr. Drang a suggerire la strada. Si prenda HomePod e la lamentela riguardante l’impossibilità di impostare più di un timer, come invece consente la concorrenza.
La soluzione è pensare differente. E
usare i Promemoria. Semplice, efficace.
E se l’affollamento dei Promemoria sembra poco elegante, la soluzione lo è maggiormente:
cancellare quelli vecchi. Con un AppleScript, che alla concorrenza manca. Pensare differente al quadrato.
The Verge può essere difficilmente tacciato di partigianeria e allora, se titola
Stanno spuntando malelinguette su buoni telefoni Android, vuol dire che qualcosa di concreto c’è. A partire dal sottotitolo: La copia del design di iPhone effettuata con velocità e cinismo mai visti prima.
Un paio di paragrafi, che dopo tutto stupiscono: la narrativa comune poco tempo fa era fanno quello che fa iPhone e costano meno. Ora, invece:
Dieci anni che visito il Mobile World Congress e mai ho visto copiare iPhone così spudoratamente e cinicamente. MWC 2018 passerà alla storia come la base di lancio per una massa di imitatori di iPhone, ciascuno assemblato con più fretta e approssimazione del precedente.
Anno di grazia 2018, trovo dentro Mac, in /Library/User Guides and Documentation, un file Welcome to Leopard.app.
Centotrentasette megabyte. Il file, ovviamente, data al 2009.
Confesso di averlo spedito dritto nel Cestino senza leggerlo. Forse un giorno lo rimpiangerò. Penso di no.
Non ci avevo mai pensato e invece un goccino di pensiero laterale, ogni tanto, farebbe gran bene. Tra Siri e funzioni di ricerca, che importanza ha riempire la schermata home di iPhone? Intorno a nessuna.
Il bravissimo Horace Dediu di Asymco si è appena guadagnato un gran numero di odiatori a causa delle curve che ha tracciato.
La prima
descrive il numero di apparecchi Apple attivi e funzionanti. Dalla preistoria a oggi ne sono stati venduti circa due miliardi. Circa 1,3 miliardi sono attivi.
Circa due apparecchi su tre sono attivi.
Da anni la percentuale sul totale è costante.
La seconda curva
esprime la vita media di un apparecchio Apple.
L’ultimo mio contatto con il sito Rai data quasi esattamente a quattro anni fa.
Mi scandalizzavo perché, finalmente uscito dal guano di Silverlight, il sito
si era infilato nella brodaglia di Flash.
Niente è cambiato. Se eccettuiamo l’universo attorno alla Rai.