Questo è Paolo Attivissimo che spara il titolone:
Apple ha usato gli utenti come cavie di nascosto.
(Momento di riflessione sulle leggerissime differenze tra le cavie di laboratorio e un miliardo di utenti iOS che si avvantaggiano di un iPhone o un iPad).
Questo è Paolo Attivissimo giorni dopo, in un
commentino che nessuno vedrà mai, sepolto in un becerume melmoso di frustrati e dove pur emergono poche eccezioni isolate e coraggiose:
Neanche un mese dopo
Wwdc si iniziano a vedere in rete numerosi esempi di realtà aumentata in ambito iOS.
9to5Mac ha messo insieme una
raccolta di filmati veramente da vedere.
The Verge, sospettabile di tutto tranne che di tifo o collusioni con Apple, titola
La realtà aumentata di Apple è più vicina alla realtà di quella di Google e scrive:
Apple è ben lungi dal potersi vantare di avere inventato la realtà aumentata (AR), ma il suo nuovo ARkit in iOS 11 sta già dando segnali che suggeriscono come l’azienda potrebbe portare l’AR nell’uso comune meglio e più rapidamente di chiunque altro.
Mi rifiuto di entrare nel merito del
disegno di legge 2484, quello presentato dai più noti media italiani come anti-Apple o quello
che potrebbe mettere al bando iPhone in Italia. Basta leggerlo. Anche se informarsi è fuori moda.
Noto invece lo stato veramente dimesso della nostra informazione. Poche ore dopo l’intemerata del Corriere (solo come esempio, una rassegna stampa sarebbe impietosa), Apple Insider
spiega come stanno le cose. Apple Insider! Dall’America. Con l’aiuto di Google Traduttore e un avvocato madrelingua italiano.
Quasi in contemporanea con il solstizio, è uscito
Angband 4.1.0, con una montagna di aggiustamenti e pulizie a codice, interfaccia e dinamiche di gioco.
L’identità però resta la stessa: arrivare vivo abbastanza in fondo da uccidere Morgoth, magari trovando per strada l’Unico Anello. La morte è per sempre, un personaggio morto può solo ricominciare da zero. Morire per distrazione o arroganza è fin troppo facile e frustrante, bisogna essere prudenti e calcolatori. Nella sua versione originale, l’ambiente è reso con grafica Ascii (per chi vuole c’è la grafica).
Grazie a Stefano per la sua email, qui in grassetto all’inizio e alla fine.
Ero in conference call con un amico in Italia che gestisce una azienda di sviluppo sistemi Enterprise Resource Planning mediante un tool che gira solo su Windows.
Noi li chiamavamo librogame e gli americani Choose Your Own Adventure, scegli la tua avventura, ma le differenze finiscono qui. Sono nati assieme alle avventure testuali per computer, cronologicamente, quando la carta poteva ancora rappresentare una alternativa valida.
Come Amazon cerca di selezionare la clientela attraverso l’offerta Prima, così Virgin fa lo stesso con il suo Inner Circle. Previo canone mensile, gli iscritti a Inner Circle godono di privilegi vari sugli aerei Virgin, gli alberghi Virgin, i vini Virgin, insomma, tutto quello che è marcato Virgin, all’insegna del servizio superiore, della fidelizzazione del cliente e certo della generazione di fatturato.
Ora tra i privilegi di Inner Circle c’è anche una
offerta telefonica mobile esclusiva, che prevede un solo computer tra quelli che telefonano. Chissà quale sarà.
Il razzismo in generale è idiota. Alcuni casi particolari, tuttavia, fanno eccezione e sono da coltivare e incoraggiare.
Prendiamo per esempio Beats 1, una stazione radio basata su deejay di valore assoluto che
selezionano la musica migliore da proporre agli ascoltatori.
Oppure Apple News, un flusso di notizie per governare il quale
sono state assoldate figure di rilievo nel panorama editoriale americano.
A questa coppia si aggiunge App Store: Apple ha annunciato l’intenzione di fare pulizia e l’ultima notizia è che ha già
eliminato centinaia di migliaia di app tra cloni di programmi già esistenti, fuffa, trappole per utenti distratti e prodotti di qualità insufficiente. Oltre ad avere diramato
l’ultima chiamata per le app a 32 bit, oramai buone soltanto per
ecosistemi arretrati e irresponsabili.
Comunicazione di servizio per le persone di azienda rodate, quelle che parlano sempre in gergo, per acronimi, con frasi fatte del mestiere.
Quella cosa che ha detto Steve Jobs sullo stare all’intersezione tra la tecnologia e le arti liberali è probabilmente la più alta che ci ha lasciato. Spiegarla è però divenuto un problema perché se ne sono impadroniti i reparti marketing e il giornalismo trombone finto entusiasta tecnologico, che la ficcano dappertutto e la sviliscono.
Non provo quindi a rispiegarla per l’ennesima volta. Faccio parlare
Classic Music Reimagined. Partono dal banale uso del Terminale per richiamare la sintesi vocale di Mac per arrivare alle voci musicali, che cantilenano la frase da pronunciare in base a una melodia nota.