Due giorni di immagini indicative del ruolo di Mac nelle vite e nel lavoro delle persone. Oggi, foto pubblica di schermo Windows da parte di Stefano:
Plugin di attesa al Foreign Office.
Suppongo in Paese straniero. Ma l’idea dei sistemi che malfunzionano è evidentemente transnazionale.

Scrive Lorescuba:
Teatro nazionale, musical Footloose. Musica e voci live, foto del direttore dell’orchestra… casualmente si vede un Mac…
Improbabile. Apple, mi dicono, si è dimenticata dei professionisti.

La foto è stata scattata durante la convention aziendale di una multinazionale, con centinaia di intervenuti e una sala regia impegnativa, come forse si può intuire dall’immagine (scattata in condizioni di luce impossibili, più di così non sono riuscito a fare).
A parte il Mac in primo piano, di un partecipante alla convention in condizioni di divertimento rilassato, garantisco che ce n’è un altro tra quelli inquadrati, in funzione a pieno carico presso la zona regia.
Come parola indica un genere di fuga musicale; per esempio la grandiosa
Offerta Musicale di Johann Sebastian Bach contiene se non erro tre ricercari.
Le cifre non concordano completamente con quanto
si era scritto un anno fa, ma la tendenza è indiscutibilmente quella e ora ci sono aggiornamenti.
Ci eravamo lasciati con Microsoft che
ha comprato l’utilizzo di tavolette Surface da parte delle squadre Nfl, il campionato professionistico di football americano.
Parlavo giusto ieri del
lancio di un libro a pagamento e torno in tema, solo che oggi parlo di un libro gratis e già disponibile.
Mentre
correggo gli impaginati della versione cartacea di Cuore di Mela, arriva una email da Daniele:
Il trackpad del mio MacBook Pro di febbraio 2009, sette anni e mezzo dopo, funziona benissimo. A Ars Technica lo sanno e
scrivono:
Cuore di Mela 1.0 è completo. I finanziatori stanno per ricevere o stanno già ricevendo le copie elettroniche. Stiamo facendo l’ultimissimo giro di correzioni per la versione cartacea, presto in stampa.
Grande fatica, sul mio lato, perché per lavorare in modo corretto si è dovuto partire assolutamente da zero, senza rivedere cose già pubblicate o partire da materiale preesistente.
Grande soddisfazione, perché non si voleva partire da cose preesistenti ma provare finalmente a cambiare almeno un poco l’angolazione per dire cose più interessanti, o più attuali, o tutt’e due, o comunque provare a farlo.