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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

16 ago 2016

Back to School

Apple ha diramato dati sulla propria fornitura di apparecchiature e assistenza alle scuole svantaggiate degli Stati Uniti.

114 istituti, ben più di trentamila macchine donate, due centoquaranta chilometri di cavi di rete, diecimila ore di formazione, attività e iniziative per le scuole, le classi e i docenti.

Va notato che non si tratta di un capriccio di Tim Cook, ma dell’adesione a un programma varato da Barack Obama di nome ConnectED.

Mi chiedo perché le scuole più disagiate degli Stati Uniti vengano trasformate e rinnovate con la migliore tecnologia, mentre in Italia non si sappia andare oltre la retorica della carta igienica o la microsoftizzazione forzata di bambini innocenti a cui viene inflitto Word per colpe che evidentemente non hanno ancora commesso.

15 ago 2016

Prendiamoci tempo

Difficile trovare il tempo per leggere la lunghissima intervista concessa da Tim Cook al Washington Post. Eppure si dovrebbe. Solo un pezzo che trovo significativo:

La tecnologia è uno di quei settori dove ogni settimana appare un nuovo oggetto scintillante che tutti devono avere. I netbook… guardo indietro e tutti scrivevano dei netbook come di questa cosa incredibile e ognuno ci chiedeva “Perché non ne state costruendo uno?”

È incredibile come il tempo aggiusti la visione e la proporzione delle cose, se appena uno ne concede abbastanza, alle cose e a se stesso.

14 ago 2016

Sicuro che vale

Ironia facile su Apple che vara un programma di bug bounty, con compensi fino a duecentomila dollari per la rivelazione di un problema di sicurezza, quando ci sono aziende specializzate nel violarla disposte ad arrivare fino a mezzo milione.

Invece è una notizia confortante. Primo, per pirati informatici la falla che vale di più è quella più difficile da ottenere e/o che offre i ritorni migliori una volta sfruttata. Si guardi la classifica in apertura dell’articolo di 9to5Mac: più un pirata è disposto a pagare, più c’è sicurezza da violare. Bonus: si può scongelare uno di quelli per cui Windows è il sistema più bucato in quanto è quello più diffuso. Mostrargli che la preda più ambita non è quella più diffusa. Congedarlo con disonore.

13 ago 2016

Che cosa ci insegna

Giusto ieri facevo il nome di Panic come software house dotata di talento e reputazione più che adeguati per meritare più elasticità nel momento in si affaccia su Apple Store.

12 ago 2016

Un negozio da sviluppare

Federico mi ha stuzzicato suggerendomi di dare un parere sull’ inchiesta condotta da Devmate presso 679 sviluppatori di software per Mac sul loro uso e la loro soddisfazione nei confronti di Mac App Store.

Premesso che Devmate è di parte, ossia si propone di fare concorrenza a Mac App Store per la distribuzione di software Mac, i risultati sono ampiamente condivisibili e largamente negativi: mancano molti strumenti indispensabili e vari aspetti del meccanismo, tra i quali la procedura di approvazione, sono tutt’altro che graditi. Si noti che il prelievo del 30 percento sul prezzo non è un motore fondamentale di insoddisfazione e neanche lo è il sandboxing, una gabbia funzionale che limita la possibilità di lavorare sotto il cofano di macOS; cose come la mancanza di versioni dimostrative e di aggiornamenti ad applicazioni già acquistate sono molto peggio nella valutazione di chi vive vendendo software o almeno vorrebbe.

11 ago 2016

Dove non si vede

La maggior parte dei difensori di Flash di Adobe parlano di video che sarebbe altrimenti impossibile da visionare o interfacce sviluppate in Flash che per questo motivo meriterebbero di sopravvivere invece che essere sostituite da Html5.

Evidentemente non sanno come viene usato Flash in rete. Grazie al cielo sempre meno e grazie all’iniziativa di Apple, Google (e perfino Microsoft, figurarsi). Google ha appena annunciato un altro colpo quasi finale a Flash su Chrome e spiega come il problema sia meno visibile di quanto si creda:

10 ago 2016

Editori di editor

Nessuno è meglio di Brett Terpstra quando ci si mette. Ecco per esempio la sua pagina sugli editori di testo per iOS.

Non basta ancora, quanto meno per raggiungere un parere decisivo nel giro di poco. Eppure è un bell’inizio quando si tratta di dominare la complessità di App Store.

9 ago 2016

Impressioni di agosto

Un parente ha abbandonato il vecchio cellulare per un Android a basso costo, Samsung. Effettivamente il terminale fa tutto quello che gli si chiede, solo che è tutto lento, con un’interfaccia onesta e proprio scarna e bruttarella. A ogni tocco senti, vedi, capisci che costa poco e c’è dentro niente più di quello che hai pagato. In casa abbiamo un iPhone 4S oramai venerabile e, dopo l’esperienza, è stato come abbeverarsi a un ruscello di montagna. Quanto meno, quando premi il pulsante scatti una foto. sull’Android aspetti che scatti una foto.

8 ago 2016

Un voto da cinque euro

Sto organizzando la macchina per lavorare il meglio possibile su Cuore di Mela e trovo indispensabile poter lavorare da iPad – e magari eccezionalmente anche da iPhone – sul repository Bitbucket che è stato attivato allo scopo. Tramite Bitbucket e Git è possibile lavorare a più mani sullo stesso progetto senza conflitti, anche se si lavora contemporaneamente sullo stesso file (in caso raro di conflitti, è facile risolverli). Voglio poter accedere al sistema da ognuna delle mie macchine. Su iPhone e iPad voglio poter lavorare sui file con Editorial.