Rompicapo di una semplicità iniziale veramente assurda,
Super Sharp. Anni fa pensavo che dietro un grande gioco ci fosse una grande complessità e questo rimane vero. Ma non avevo pensato al ramo opposto, l’inseguimento del minimalismo e della semplicità. D’altronde non c’erano le app.
Una statistica che mi sono appena inventato sancisce che il maggiore pericolo di perdita di dati deriva dall’ascolto dei consigli qualunque su marche e modelli di dischi da comprare.
Per via di un regalo di Natale mi sono riavvicinato al gioco del
Go, immensamente più complesso degli scacchi e assolutamente affascinante.
Ha assolutamente niente a che vedere con il gran lavoro degli amici di
LibreItalia Su
LibreOffice, eppure mi suona interessante.
Il nostalgico ricorda ogni tanto di quando i Macintosh venivano venduti senza un manuale, o quando lo avevano ma al massimo serviva a un bimbo come rialzo per la seduta. (Perlomeno, lo diceva la pubblicità). Il contrasto con i tempi di oggi, dice il nostalgico, è lampante: certe funzioni non sono evidenti né intuitive.
In quello che potrebbe essere il post meno interessante della storia del mondo, ho scoperto un
interessante account Google+ per quanti si interessano di emacs.
Oggi termina il
Mobile World Congress edizione 2016, la fiera più surreale del mondo, dedicata a un mondo che deve il suo assetto odierno ad Apple, che vi svolge tuttora un ruolo di primissimo piano… e si guarda bene dal mettere piede a Barcellona, sede storica della manifestazione.
Cose che
Beppe Severgnini e Massimo Sideri non riusciranno mai a scrivere: i datori di lavoro pubblici del terrorista di San Bernardino
non usavano un sistema di Mobile Device Management (Mdm), come fanno tutte le aziende sensate di questo mondo.
watch certamente non vende milioni e milioni di esemplari ogni mese come accade per iPhone. Peraltro, dati del trimestre di Natale,
tre su cinque computer da polso venduti (esattamente il 63 percento) sarebbero watch, se Strategy Analytics ha lavorato bene e pubblica dati attendibili.
Ogni tanto commento che, nel terzo millennio, scrivere giochi di massa funzionanti su una sola piattaforma è indice di cattivo design. Un gradino sopra arriva la considerazione che anche scrivere scrivere giochi multipiattaforma con sistemi vecchi è cattivo design se hai cominciato oggi e necessità di rinnovamento se lo hai fatto molto tempo fa.
Runescape ricade nel secondo segmento. I suoi autori a Jagex sono partiti subito bene con il linguaggio Java, scelta che ha permesso loro di offrire il gioco su Mac, Windows e pure nel browser.