La visione del futuro da vicino
Già che ieri puntavo a un articolo interessante per i suoi grafici, oggi concedo il bis dopo avere letto Guardare al futuro sul blog di The Iconfactory.
Già che ieri puntavo a un articolo interessante per i suoi grafici, oggi concedo il bis dopo avere letto Guardare al futuro sul blog di The Iconfactory.
Da dopodomani sera inizieranno le profezie lugubri sul futuro di Apple per il fatto che per la prima volta si noterà un declino anno su anno delle vendite di iPhone.
Posso essere fuori dal mondo, vivere in una bolla, ignorare la realtà. Accetto qualsiasi critica.
Bellissimo articolo di Jean-Louis Gassée sulle tre epoche di Apple, in occasione dei già menzionati quarant’anni dell’azienda.
Apple 1.0 fu un periodo turbolento: l’ascesa di Apple ][ la sconfitta contro Ibm e Microsoft; speranze e dolori con Macintosh; Jobs messo alla porta, con una successione di amministratori delegati “professionali” e finanze in progressivo deterioramento.
Apple 2.0 iniziò a fine 1996, quando Jobs portò a termine quella che si rivelò una acquisizione inversa di Apple. Dobbiamo molta gratitudine all’allora amministratore delegato Gil Amelio che senza saperlo salvò l’azienda con l’assuzione di Steve per “consigliarlo”. Il consiglio di Jobs? Mostrare ad Amelio l’uscita e insediarsi come Ceo “ad interim”. Jobs stipulò un patto storico con Bill Gates che gli diede il tempo per lasciare che la sua squadra di ingegneri di NeXT ricostruisse completamente Mac OS su moderne fondamenta Unix. Steve scovò anche in azienda Jony Ive cui dobbiamo gli iMac colorati, i primi di una serie di design ammirevoli.
Si è detto che Apple è una religione. Mentre intorno ci sono persone razionali e obiettive. Con le loro reti Wi-Fi.
Casa mia è, informaticamente parlando, vecchia. Alla faccia degli analfabeti funzionali che hanno abusato del rapporto ambientale Apple per scongelare l’ancora più vecchia bufala dell’obsolescenza programmata. Gente che sa riciclare solo i clic.
Gira un bell’articolo di Mashable dedicato alla storia di Dillan, un sedicenne autistico non verbale che ha iniziato a comunicare con le persone grazie a iPad. Fino al punto di far pronunciare alla tavoletta un discorso pubblico in occasione del suo diploma scolastico.
Apple ha una ragione di esistere quando leva di mezzo o almeno riduce in modo apprezzabile la burocrazia informatica: le pratiche e le necessità che si frappongono al raggiungimento degli obiettivi in modo semplice ed efficace.
Dall’apparizione di iPhone, gli apparecchi iOS hanno sempre rappresentato una forma di democratizzazione della tecnologia. Il primo iPhone era assolutamente uguale per tutti, dal disoccupato che investe su se stesso al sultano del Brunei. In seguito sono apparse differenziazioni nella gamma, a partire dalla quantità di spazio disco, mai comunque paragonabili alla diversificazione che si può avere nel comprare lo stesso Mac, modello base oppure full optional.
Un file contenente molte righe di testo, che voglio ridistribuire in modo casuale dentro il documento.