Programmatori giapponesi
Un po’ abusato, il paragone con i soldati giapponesi nascosti in una giungla che sono andati avanti a combattere la Seconda guerra mondiale per altri trenta o quarant’anni, fino a che li hanno trovati.
Un po’ abusato, il paragone con i soldati giapponesi nascosti in una giungla che sono andati avanti a combattere la Seconda guerra mondiale per altri trenta o quarant’anni, fino a che li hanno trovati.
Per la categoria minuzie veramente microscopiche, ho trovato un bug della app Twitter veramente piccino e fastidioso: dopo avere digitato # e avere attivato il blocco maiuscole, esso si disattiva dopo la prima lettera.
Il Mac è rimasto a casa e il progetto era aggiornare il blog attraverso Chrome Remote Desktop. Che ha funzionato benissimo, fino a quando per qualche ragione Mac ha perso la connessione e aggiornare è diventato impossibile.
In aeroporto ho passato tutti i controlli e le registrazioni tranne l’ultimo tramite esibizione della carta di imbarco su watch. La app di Easyjet ha trasmesso graziosamente il documento a Wallet, che lo ha replicato sul quadrante da quarantadue millimetri ma più che sufficiente. (In seguito mi sono accorto che Easyjet ha la versione watch della sua app, la quale però non replica la carta di imbarco sull’orologio).
Devo a Mario questa gemma micidiale di Fraser Speirs: MacBook Pro può sostituire il tuo iPad?
Che cosa mi regalo per Natale?
Ho fatto quello che ho potuto: una veloce comparsata all’inaugurazione del museo Apple più bello del mondo.
L’importante era salutare gli amici. Missione compiuta, poi il rientro per ragioni di salute (niente di che, mal di gola, ma da domani devo essere in perfetta efficienza).
Poi le macchine erano accese ed è quello che mi piace, il museo che si dimentica di essere tale e diventa presente vivo. Non tutte, con poche cose interessanti a livello software oltre al sistema operativo, e però la versione 1.0 del nuovo All About Apple merita completamente la visita.
Devo fare riferimento a un mio articolo in tema si stava meglio quando si stava peggio? perché mi impegolo in discussioni piacevolissime e complesse con persone che ricordano con affetto e intensità i ruggenti anni settanta-ottanta del computing, epoca di pionieri, macchine geniali e sregolate, in cui non si parlava di interfacce perché tutto che si aveva davanti era il prompt del linguaggio Basic e da lì in poi era tutto un improvvisare, scoprire, inventare, imparare provando e riprovando.
Domani dovrei trovarmi alla seconda Conferenza LibreOffice LibreItalia a Terni. Purtroppo è stato veramente impossibile conciliare tutte le esigenze e non potrò esserci. Spero non si arrabbino eccessivamente.
Ultimo giro di impressioni su Apple Pencil, perché poi ci si ripete. Concludo con il Drogato della penna che alla fine dichiara di essere stato sempre un pen guy, solo che ora è diventato anche un Pencil guy.