Improvvisamente appare in posta un comunicato stampa di
Videomobile, azienda esperta di schermi LED, che annuncia un progetto di ricerca sperimentale per il monitoraggio e il rilevamento di guasti, e dove altrimenti, sugli schermi LED.
Il progetto si basa su tecniche di Machine Vision, dice il comunicato. Videomobile ha addestrato – presumibilmente – una rete neurale sottoponendole un gran numero di immagini di schermi LED con un guasto.
Completato l’addestramento, grazie alla collaborazione con una startup universitaria e altri soggetti, si è arrivati a un sistema che sorveglia gli schermi per mezzo di telecamere e individua i guasti automaticamente. Bel progetto.
Presso questo grande rivenditore di hardware e servizi, miliardi di fatturato, centinaia di dipendenti in Italia, clienti anche molto grossi, parte di un gruppo europeo con quindicimila collaboratori, esiste una stanza riservata ai nuovi assunti.
Nella stanza si trovano due podi. su uno campeggia la scritta Hi, I’m a Mac. Sull’altro Hi, I’m a PC. Sotto le scritte si trovano rispettivamente un Mac portatile e un PC portatile. Sotto l’uno e sotto l’altro, la scritta This can be yours, questo può essere tuo.
Un sabato di luglio inoltrato può prevedere i fuochi di artificio in caso di festa del santo patrono o di palio (ormai si corre un palio di tradizione secolare anche in Comuni fondati cent’anni fa, preceduto da estenuanti cortei in costume popolati da paggi e dame che sfilano e intanto filmano). Nel caso delle notizie dal mondo della tecnologia, l’animazione non è quella dei giorni migliori.
Mi accontento allora di una lettura edificante: The Document Foundation spiega perché basare un formato di documento su uno standard universale e aperto, per esempio XML,
non è di per sé una garanzia di apertura e neanche di interoperabilità.
Verso fine agosto uscirà, ma devo mantenere la riservatezza, un manuale di statistica.
Intanto è un manuale di statistica e la cosa mi tocca di per sé.
Poi utilizza
R su
RStudio. R e la statistica vanno a nozze.
I set di dati sono quelli forniti dalla lega professionista americana di basket, la NBA. Ho giocato a basket per decenni ed è lo sport che prediligo più di ogni altro. Lavorare con dati provenienti dal basket non è affatto banale.
Per quello che valgono questi conteggi,
negli Stati Uniti la quota di mercato desktop di Linux è valutata al cinque virgola tre percento.
La soglia è importante anche psicologicamente, dato che esattamente al cinque percento si posiziona la categoria Altri e così finalmente Linux assume un’identità definita anche nelle statistiche.
Non sembri poco, perché la curva della crescita è accelerante. Per passare dall’uno al due percento sono serviti otto anni; per arrivare al tre percento, poco più di due anni e, per toccare il quattro percento, meno di uno. L’adozione di Linux prosegue sempre più rapida, in parte anche trainata dal successo di
Steam Deck, un apparecchio per giocare di ottimo successo e Linux-based.
Se abbiamo nai fatto dello spirito su giochi o passatempi capaci di metterci in crisi con il lavoro da fare o che fanno sparire le ore tanto faticosamente allocate al lavoro, è il momento di mettere da parte tutti i pensieri ed entrare in
The HTML Maze.
Quello che abbiamo sperimentato finora, è semplicemente niente.
Le pareti del labirinto sono già affollate dagli scarabocchi e dei messaggi di chi ci ha preceduto… ed è ancora in cerca di un’uscita onorevole dall’incubo.
Quando scriviamo
curl nel Terminale ci affidiamo al lavoro del team di Daniel Stenberg, che dedica alla manutenzione del programma un numero consistente di ore settimanali.
Quando ignoriamo curl
lo usiamo senza rendercene conto in infinite situazioni nelle quali qualche tipo di dato arriva da Internet in direzione del nostro terminale (stavolta minuscolo). Dire che curl
è un pilastro dell’infrastruttura di Internet non è così eccessivo.
Nel duemiladiciannove il team di Stenberg ha avviato un programma di bug bounty: trova un bug nel programma e ti paghiamo. In questi anni l’iniziativa ha distribuito ai cacciatori di bug un totale di novantamila dollari.
Ho ripreso in mano la copia de Una storia intricata di Lewis Carroll
trovata al mercatino dell’usato tre anni fa.
Il primo nodo, come Carroll chiama le storie che compongono il volumetto, va via facile. Il secondo contiene un sottoenigma che mi fa perdere il sonno. Lo sintetizzo in italiano.
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Il governatore vuole dare una festa per pochi intimi e pertanto ha deciso di invitare il cognato di suo padre, il suocero di suo fratello, il fratello di suo suocero e il padre di suo cognato. Quanti sono gli ospiti?
§
Uno dei settori in cui la mani del momento può effettivamente tornare anche molto utile è la consultazione della documentazione. Se le cose sono fatte con criterio e i dati vengono passati al modello in modo ordinato e preciso, i risultati possono essere buoni.
Hackacad ha pubblicato un tutorial su
come dare la documentazione di FreeBSD in pasto a Ollama (uno dei motori open source tecnicamente più accessibili).
Per essere materiale riguardante installazione e configurazione di un LLM, il procedimento è lineare e sembra veloce. Ci sono da installare alcune dipendenze ma sembra tutto abbastanza tranquillo. Interessante è il fatto che il tutorial sia scritto su Apple Silicon e macOS, per via del supporto della GPU. Apple Silicon è stata concepita con dello sguardo verso il futuro prossimo, evidentemente. In ogni caso, dicono gli autori, dovrebbe funzionare anche su altri sistemi operativi.
Ho terminato la lettura di The Wind from the Sun, raccolta di racconti di Arthur C. Clarke
trovata a due euro (letterali) al mercatino dell’usato.
Tutta roba leggera, racconti brevi o lampo, veramente lettura da ombrellone. Però, che bei respiri di aria fantascientifica di quando non si aveva paura di sognare e chi scriveva ti portava a naufragare sulla Luna o a esplorare l’atmosfera di Giove con perfetta plausibilità scientifica e tuttavia con la poesia del cosmo. Storie scritte tra gli anni sessanta e gli anni settanta che davvero allargano il cuore ancora oggi.