Una delle persone più benemerite nel nostro campo oggi compie gli anni.
Vive una seconda o una terza vita che dovrebbe essere di esempio a tutti, con l’impegno fattivo (e pochi chiacchiere) a promuovere la causa di
The Document Foundation,
LibreItalia,
LibreOffice e del software libero in generale.
Buon compleanno
Italo! Possiamo fargli tanti regali indiretti, economici e graditissimi nonché utili: donazioni, iscrizioni, volontariato, download, passaparola.
Ci renderemo presto conto di quanto siano cose persino più utili per noi per chi verrà dopo.
I Giochi di Parigi avrebbero potuto a buon diritto chiamarsi i Giochi di iPad. Tra atletica, nuoto, ginnastiche, sport di squadra ho visto innumerevoli opportunità d’uso della tavoletta per spiegare schemi, prendere appunti, rivedere un salto, decidere su una azione contestata eccetera.
Di MacBook, neanche uno. Chiaro che un portatile possa fare tutto, ma ci sono cose che iPad fa meglio e una di queste è appunto l’ausilio durante una gara sportiva.
Dopo cena, si è fatto buio e approfittiamo del giardinetto per cercare stelle cadenti nel cielo.
Qualche nozione elementare la abbiamo e le ragazze identificano subito Gran carro e piccolo carro, con annessa Stella polare.
Una domanda tira l’altra: la più grande vuole sfoggiare il suo sapere, la più piccola vuole tenere il passo e presto tocca parlare di Cassiopea e Orione. A un certo punto si arriva al collegamento tra costellazioni e Zodiaco e lì si apre il vaso di Pandora: dove sta il mio segno, come è fatta quella costellazione lì, perché non trovo il Cigno eccetera.
Con tutti i difetti di Apple, sulla presunta intelligenza artificiale ha agito bene. Ha capito che non si trattava di un prodotto ma di una funzione e ha lavorato per integrarla nei suoi sistemi. Nel farlo ha consumato risorse e tempo che a mio parere sarebbero risultati molto più utili in tanti altri settori, ma questo tocca.
Un’altra cosa fatta bene è stata lavorare in trasparenza, con licenze open source su repository pubblici. E adesso c’è tutta la parte teorica e descrittiva di Apple Intelligence sotto forma di un
paper collettivo e dettagliato.
Esiste una corrente intellettualoide, oltre a qualche ministro, che afferma l’opportunità di recensire o giudicare libri senza averli letti.
Mi onoro di trovarmi nel punto di massima distanza filosofica da qualunque di questi soggetti e di cercare di giudicare il più tardi possibile, il più informato possibile.
Nondimeno, ci sono sempre eccezioni alle regole importanti e questa è la seconda.
La prima data a qualche tempo fa, quando parlai dell’operazione subdola e faziosa portata avanti verso l’edizione italiana de Il Signore degli Anelli in nome di una parte politica rispettabilissima, la cui distanza da me è pari a quella di ministri e intellettualoidi, fuori posto e fuori tempo come chiunque voglia usare l’opera di Tolkien per fini di parte. Qualcosa cui l’opera non offre alcun appiglio di legittimità e che Tolkien stesso escluse in modo esplicito.
Tutto il clamore sulle liti con Epic e sulle indagini dei vari antitrust fanno dimenticare il problema base dell’attuale App Store: serve una riforma delle meccaniche di prezzo, capace di superare gli infami acquisti in-app, rendere davvero gratuite le app che vogliono esserlo e distribuire in modo intelligente gli update.
Questo non significa che i pubblicatori di app siano esenti da responsabilità. Tutti andrebbero obbligati, oltre che a pagare il fee annuale, a studiare le opzioni di prezzo di
Flighty.
Non compro niente per assenza di know-how, ma
ribadisco la mia dipendenza platonica dal catalogo musicale di Teenage Engineering. C’è dentro genio e creatività in quantità non usuali, del tutto fuori epoca rispetto ai like e alle cosiddette intelligenze artificiali.
Prova a chiedere a una di queste ultime qualche consiglio per produrre un sintetizzatore musicale originale. Neanche innovativo, originale. L’ho fatto e mi è arrivata una lista con quindici suggerimenti.
Teenage Engineering ha fatto qualcosa che non sta nella lista (e certo arriverà, ora che l’intelligenza umana ha fatto il proprio):
EP-1320 Medieval, un sintetizzatore di suoni medievali.
C’è una piccola popolazione di scrittori di fantasy e fantascienza che
rimane fedele a WordStar, il word processor più completo ed elegante di sempre nonostante sia nato anni e anni prima di qualsiasi interfaccia grafica.
Qualcuno di loro non è più tra noi (un esempio tra tutti, Arthur C. Clarke di 2001: odissea nello spazio) ma altri resistono e uno di loro ha reso disponibile una sorta di edizione definitiva,
WordStar for DOS 7.0 Archive; un DOS impacchettato in una piccola macchina virtuale su misura consente pressoché a chiunque di continuare a usare WordStar. Tra i resistenti c’è George R.R. Martin del Trono di spade, eh: si può accusarlo di tutto tranne che di nerdismo.
Credo sia stato 9to5Mac a riportare per primo l’uscita non annunciata di produzione per il
SuperDrive USB di Apple; a quanto pare siamo in una classica situazione di fino a esaurimento scorte. Sì trova un po’ dovunque online ma le disponibilità diminuiscono e non c’è traccia di rifornimenti.
Oggi si tratta anche di un apparecchio antiquato, che non legge dischi Blu-ray ma soprattutto lavora alla velocità di USB 2. I dischi ottici sono sempre stati intrinsecamente lenti e oggi, di fronte agli streaming via cloud, mostrano ancora più la corda.
Scrivo
la notizia così come
la riassume MacDailyNews:
L’amministratore delegato della disgraziata Intel Pat Gelsinger, che nel duemilaventuno provò a denigrare Apple riferendosi a essa come a una “società di lifestyle”, ha annunciato il licenziamento di oltre quindicimila dipendenti, per una diminuzione della forza lavoro superiore al quindici percento, intanto che viene interrotto il “lavoro non essenziale”.
Disgraziata è una resa dell’aggettivo beleaguered, tipicamente usato negli anni della grande crisi di Apple praticamente da tutte le testate PC e oggi perfidamente restituito con gli interessi da MacDailyNews.