Dan Moren ha toccato su Macworld un tasto intelligente, con il pezzo
I progressi invisibili di Apple sono belli come quelli che si vedono. Per avere l’applauso o quanto meno il gradimento del pubblico su funzioni evidenti, certi effetti speciali e certe meraviglie devono essere nascoste e invisibili.
È un filo sottile quello su cui si muove Apple e un esempio perfettamente calzante è il recente annuncio del nuovo schermo Oled di iPad Pro M4. Che in effetti sono due schermi uno sull’altro, altrimenti l’effetto non sarebbe stato all’altezza. Due schermi per pilotare i quali è stato necessario realizzare un controller fatto apposta, da inserire nel progetto di M4. Moren commenta bene:
Credevo che questa
dissertazione di John Gruber su iPad Pro M4 fosse una classica recensione. Invece è una riflessione interessante sui perché dell’evoluzione di iPad e sullo stereotipo della macchina dallo hardware meraviglioso penalizzata dal software non all’altezza.
Mi sono ritrovato molto nel pezzo, in cui ci si chiede che cosa accadrebbe se iPad piacesse lato software così com’è a un centinaio di milioni di persone che lo apprezzano come complemento a Mac. Probabilmente, scrive Gruber, le nuove versioni di iPad si concentrerebbero sul migliorare sempre più l’esperienza di utilizzo, per esempio con modelli più sottili per chi apprezza lo spessore di iPad, o con schermi sempre migliori per chi ne predilige la qualità.
Mi comunicano che da qui in avanti le riunioni non si svolgeranno più su Zoom, a favore di Teams. È la seconda azienda, nel mio piccolissimo, dove succede.
Con la pandemia, Zoom ha avuto letteralmente in mano le chiavi delle scrivanie di tutto il mondo. Ha moltiplicato gli incassi. Era il punto di riferimento.
Potevano investire quel denaro e valorizzare quel momento. Andare oltre la logica del mezzobusto, accordarsi con provider, innovare l’esperienza del software, offrire gratis la connessione agli alunni di un professore pagante, comprare
OBS e offrire uno studio di regia gratis a tutti i videomaker del mondo, erigere sale giochi virtuali, integrare la videoconferenza nelle scrivanie, comprare
Miro, chissà che altro.
Ho disgraziatamente passato una giornata lontano dai feed e mi sono perso la
mostra-evento di oggi organizzata al museo All About Apple di Savona su Mauro Sabbione.
Sabbione è stato una delle forze creative dei Matia Bazar al tempo del loro massimo splendore, con il culmine dell’album Tango contenente la hit
Vacanze romane, candidata al titolo di migliore canzone italiana di sempre per somma di caratteristiche.
Spero ardentemente che la mostra rimanga aperta anche oltre oggi, perché è un pezzo di Italia, di innovazione, di storia della musica. Sabbione è stato un grande amico del museo, che oggi dispone di ed espone il suo Apple II con scheda Alpha Syntauri, ai tempi una novità clamorosa specialmente per il nostro Paese.
ICQ, praticamente il sistema di chat di inizio anni novanta,
chiude il ventisei giugno. Tempo un mese e non sarò più 6161614.
Il mondo però va avanti, esiste
Signal e spero di restare a lungo lux.19.
Humane sarebbe alla frutta e
cercherebbe di vendere l’azienda. Il suo Pin, più che le
recensioni controverse, non ha retto l’indifferenza del mercato. Come si diceva, se vuoi proporti come alternativa allo smartphone, devi offrire qualcosa di meglio, non qualcosa di meno.
Per oggi disponiamo di un racconto edificante che ci rammenta i limiti e le possibilità dell’odierna sedicente intelligenza artificiale, legato all’ambiente di
NetHack, uno dei più affascinanti ed enigmatici roguelike in circolazione.
E insomma questi due ricercatori lavorano all’addestramento di una rete neurale capace di giocare a NetHack con qualche profitto (non è banale). Solo che
succede qualcosa e la rete neurale perde improvvisamente efficacia e punteggi.
A partire dal prossimo mese, Microsoft Edge for Business (neanche sapevo che esistesse) inizierà a
vietare gli screenshot di pagine che gli amministratori dell’azienda ritengano sensibili e così le segnalino al sistema.
(La mia idea di azienda è un luogo dove si danno risorse alle persone per dare loro modo di valorizzare le proprie capacità al servizio del datore di lavoro, ma è un’altra questione).
Nel frattempo,
Microsoft annuncia Recall, una funzione che memorizza in continuazione le schermate del computer e permette di ritrovarle a posteriori; una sorta di Time Machine basato sugli screenshot.
Mi piace tantissimo l’abitudine di Apple – quasi una tradizione, diamole ancora qualche anno – di presentare in anticipo su Wwdc le principali novità dei propri sistemi operativi in fatto di accessibilità.
Sono cose per cui sulla grande ribalta c’è poco spazio eppure contano immensamente per chi ne dipende. Vedere che macOS e gli altri sistemi mantengono, proseguono, alimentano il proprio primato in fatto di accessibilità è un bel segno. Non tutto è finalizzato a vendere e a marginare.
Internet è nata come mezzo di conoscenza e dialogo, prima di diventare altre cose meno necessarie.
Me lo ha ribadito la vicenda di Cabel Sasser, il fondatore di
Panic Software, che ha trovato in rete un’asta per lo storico badge numero dieci di Apple Computer, intestato a Sherry Livingston. Questo insieme a uno schizzo a mano di Chris Espinosa della pianta del primo ufficio Apple in Bandley Drive a Cupertino. Il tutto a meno di mille dollari!
Tutto cambia in continuazione, due terzi dei giovani svolgono lavori che non esistevano vent’anni fa, bisogna tenere il passo, l’innovazione, la trasformazione, la transustanziazione.
Intanto
Fortran e Cobol rientrano nella Top 20 dell’indice Tiobe, deputato a misurare – con risultati, va detto, sempre piuttosto controversi – la popolarità dei linguaggi di programmazione.
Non che si possa sperare in un revival del Basic di Sinclair o di Apple II; certi ritorni dal passato hanno ragioni specifiche.