Ha già una rilevanza che un nuovo modello si chiami iPhone 15, con l’accento sul quindici. La sfida annuale di Apple è mantenere rilevante un apparecchio che stando agli analisti compete in un mercato dichiarato saturo più volte da anni. Più veloce ha una sua importanza, la fotocamera ne ha moltissima però non basta e bisogna avere altre carte da giocare.
Quest’anno si è andati sul green, con un filmato surreale nel quale Madre Natura in persona torchiava Tim Cook e compagni durante un meeting, rimarcando negativamente l’uso di una giacca di cuoio e mostrandosi scettica intanto che lo staff snocciolava cifre, programmi e promesse.
Come nella Lettera rubata, Apple indulge spesso nel mettere in perfetta evidenza le proprie strategie e direzioni, per chiunque abbia abbastanza pazienza da guardare lo storico e unire i puntini.
John Gruber ne ha di pazienza e sa anche tirare le conclusioni, come nel suo articolo sulla strategia biforcata di iPhone, che si riassume con grande semplicità: ogni anno dal duemiladiciassette escono un modello per la linea pro e uno, diciamo, regolare.
Continuo a godere a piccole gocce dell’acquisto di 50 Years of Text Games e continuo a raccomandarne l’acquisto, salvo avversione allo stimolo dell’immaginazione tramite il testo puro.
In una recensione dell’opera comparsa su Ars Technica, mi sono imbattuto in questa citazione del cocreatore di Zork, Dave Lebling:
Chiaramente, nessun piccolo programma per computer può abbracciare l’intero universo. Quello che può fare, comunque, è simulare abbastanza universo in modo che ci appaia più intelligente di quanto sia davvero.
Termina ufficialmente oggi un periodo sperimentale che mi è piaciuto molto. Se ci arrovella sullo smart working, perché non dovrebbero essere smart anche le vacanze?
Così non abbiamo fissato ferie o loro equivalenti. Abbiamo trascorso in località turistiche l’intero intervallo di chiusura delle scuole e ho portato con me l’ufficio. Dopo di che ho lavorato di sera quando tutti dormivano, o in giornate di pioggia, o per soddisfare un meeting oppure una scadenza.
Apple ha fatto sapere agli sviluppatori che Vision Pro avrà il proprio App Store, qualcosa su cui tutti avremmo scommesso anche un centesimo; e che conterrà anche le app per iPhone e iPad già compatibili, cosa che invece non era del tutto scontata.
Una dotazione adeguata di software in partenza è cruciale per qualsiasi piattaforma ma qui andiamo oltre, poiché le app iOS funzionanti su Vision Pro sono tante. Il Vision Pro App Store potrebbe partire o diventare in breve tempo la piattaforma con più programmi disponibili, se non andarci vicino.
Apple ha fatto sapere agli sviluppatori che Vision Pro avrà il proprio App Store, qualcosa su cui tutti avremmo scommesso anche un centesimo; e che conterrà anche le app per iPhone e iPad già compatibili, cosa che invece non era del tutto scontata.
Una dotazione adeguata di software in partenza è cruciale per qualsiasi piattaforma ma qui andiamo oltre, poiché le app iOS funzionanti su Vision Pro sono tante. Il Vision Pro App Store potrebbe partire o diventare in breve tempo la piattaforma con più programmi disponibili, se non andarci vicino.
Delle infinite attività umane classificabili come inutili e anche perditempo, cercare il record della soluzione più veloce di Super Mario sembra meritarsi un posto in prima fila.
Invece continuo a essere affascinato lungo gli anni da questa forma pazzesca di sfida contro la macchina. Perché, come in questo caso, quando raggiunge l’eccellenza è come vedere scalare l’Annapurna o circumnavigare il mondo in solitaria: perditempo, ma dentro c’è qualcosa che ci racconta della natura umana.
C’è una testata chiamata The Information che, come altre, eroga i propri articoli a pagamento e secondo me possiamo farne a meno, se prendiamo per buona la ripresa del pezzo da parte di MacRumors.
Apple spenderebbe somme ingenti per l’addestramento dei propri modelli linguistici interni. Ma pensa. E avrebbe un chatbot attivo in via sperimentale, cui alcuni dipendenti possono accedere. Sconvolgente, vero?
Apple avrebbe anche team dedicati alla generazione di video e immagini tramite AI (chi ci avrebbe pensato?
Una piccola polemica tra John D. Cook e Dr. Drang mi ha portato alla scoperta di una paginetta magica dove si insegnano le virtù di awk.
Magica perché come vorrei vedere sempre spiegato Unix: esempi semplici e chiari, spiegati da un umano e non mediante una processione infinita di parametri dal significato semiincomprensibile, la possibilità di seguire gli esempi veramente da subito, sicuramente senza diventare guru di awk, certamente arrivando subito a risolvere qualche problema.
Un articolo di TechCrunch si chiede se i modelli di intelligenza artificiale siano destinati ad avere allucinazioni per sempre. Un bel clickbait, perché la domanda nel titolo è pleonastica e l’articolo sarà, eventualmente, di aiuto ai soli che ignorano la natura dei sistemi generativi basati su grandi modelli testuali (Llm) e pensano a qualche immaginifica versione due punto zero che miracolosamente cambi la natura stessa del meccanismo. Conosciuta molto bene, peraltro, dall’autore: