Ho partecipato a suo tempo al prefinanziamento di 50 Years of Text Games, quando ho accennato alla vicenda di LambdaMOO come viene narrata nel libro.
Ora il lavoro è stato completato e 50 Years of Text Games è completo, scaricabile e anche in stampa a seconda del livello di KickStarter che si era scelto.
Ci sono opzioni di acquisto anche per chi non abbia partecipato all’iniziativa e scopra il libro oggi.
Omaggio a The Verge per questo bell’articolo sugli eroi dimenticati di watch: i pulsanti di sgancio del cinturino.
Dentro ciascun meccanismo di sgancio i pulsanti sono tre, anche se ne vediamo solo uno, e gli altri due interagiscono al momento di staccare o attaccare un cinturino.
Il sistema prevede anche perni e molle (!), a una scala talmente ridotta che Apple ha fatto incetta in Svizzera di macchine per la lavorazione a controllo numerico, di quelle abitualmente acquistate da Rolex e in grado di lavorare con tolleranza massima di cinque micron, dove l’ordinarietà sta sui cinquanta/settanta.
Oggi Reddit è a rischio implosione per avere messo a pagamento le sue interfacce di programmazione applicativa, e che pagamento; ci sono servizi che dovrebbero pagare decine di milioni e quasi certamente chiuderanno a breve appunto per l’impossibilità di farlo.
Sembra tutto abbastanza irragionevole.
Ma c’è stato un tempo più gentile e lungimirante, in cui si scriveva per costruire più che per monetizzare a ogni costo, e la rete costituiva un luogo di aggregazione per interessei comuni piuttosto che un mare dove fare pesca a strascico a caccia di denaro.
Ci ho messo del tempo, ma eccomi qui: L’io della mente è un libro in cui Douglas Hofstadter e Daniel Dennett raccolgono contributi autorevoli sul tema della mente, il cervello, l’intelligenza e l’intelligenza artificiale, per aggiungere in coda a ciascuno le proprie riflessioni.
Uno di questi contributi è Menti, cervelli e programmi di John Searle, nel quale il suddetto descrive l’esperimento della stanza cinese, in cui un umano chiuso dentro una stanza combina simboli sconosciuti in entrata a simboli sconosciuti in uscita, in base a un manuale in suo possesso, e all’esterno sembra rispondere a tono a domande in cinese, mentre l’umano il cinese non lo sa; si limita a seguire il manuale di combinazione degli ideogrammi e non sa che significato abbiano, né che cosa legga o scriva.
Dimmi perché dovrei scegliere Magnetic Media Network al posto di qualche altro rivenditore Apple che magari costa pure meno e fa le stesse cose.
Sembra perché dovrei comprare un Mac/iPhone/iPad/watch/tv/Vision Pro quando posso prendere un apparecchio che fa le stesse cose e costa meno?
La storia si ripete, come la cultura e come la dissonanza cognitiva.
In ogni caso, la risposta è perché MMN festeggia l’arrivo dell’estate con un barbecue memorabile.
Se ti accorgi di avere troppo spesso per la bocca il lemma intelligenza artificiale usato per programmi specializzati (in modo incredibile e utilissimo) nell’assemblare testo una parola dietro l’altra, senza avere la minima nozione del contenuto, suggerisco una terapia.
Riguardare il keynote di presentazione di WWDC
Contare quante volte viene detto artificial intelligence o ai.
Contare quante volte viene detto machine learning.
Tirare le conclusioni, consapevoli che quanto viene chiamato intelligenza artificiale oggi dai più è solo una applicazione particolarmente raffinata e complessa di una azione precedente di machine learning.
Questa piccola perla arriva da un ricercatore che, dice, ha trascorso il dieci percento della sua vita nel Technology Development Group di Apple a creare prototipi di neurotecnologia.
I spent 10% of my life contributing to the development of the #VisionPro while I worked at Apple as a Neurotechnology Prototyping Researcher in the Technology Development Group. It’s the longest I’ve ever worked on a single effort. I’m proud and relieved that it’s finally… pic.
Ho letto tutto l’articolo di John Searle in cui viene descritto l’esperimento della stanza cinese.
Naturalmente non sono qui a scrivere il bigino o a tenere una lezione di filosofia applicata; l’argomento trova esegesi già pronte, autorevoli, di tutti i livelli. Invece annoto un paio di cose a livello quasi personale.
Per me intelligenza artificiale forte ha sempre significato allinearsi con Alan Turing e dire non vedo ostacoli al fatto che una macchina possa pensare, avendo ovviamente come premessa il fatto che oggi questa macchina non c’è.
La ricaduta dell’annuncio di Vision Pro consiste anche in mucchi di recensioni che si pronunciano, con competenza discutibile, sul futuro della piattaforma.
A tutti costoro dedico un Sinofsky d’annata, sei giorni fa, invecchiato benissimo.
Why are people so quick to proclaim failure for new products? It seems a dumb thing to ask. I mean knowledgable people look at a new product and think it doesn't cut it and will fail. Much more going on.
Pomeriggio di editing intenso su un file di grandi dimensioni, condotto via Editorial su Dropbox in una situazione di scarsa connessione.
Risultato: sette copie del file in conflitto tra loro. Decisamente la cosa va contro i miei interessi di scrittura. Dropbox verrà dismesso, ma non subito. Editorial è un gioiello senza tempo grazie al suo scripting incorporato, solo che da sempre non sa gestire una sincronizzazione mancata. Ole Zorn non si rimetterà di sicuro a sistemare la questione, dopo anni che ha annunciato la fine dei lavori sulla app.