Mi sono ritrovato nel centro di Milano ad ascoltare un chirurgo e un ricercatore universitario che hanno capito come collaborare in modo che uno stampi in 3D copie degli organi da operare all’altro e questi ne approfitti per preparare in tempo record le operazioni, formare prima e meglio gli ultimi arrivati eccetera.
Il vero genio sta nella ricerca sui materiali. La copia dell’organo stampata in 3D non è solo conformata come l’originale, ma ha anche una consistenza equivalente.
Che gran progresso sarebbe, se disponessimo di un’interfaccia testuale che capisce il linguaggio naturale e ci obbedisse in tutto e per tutto.
Un esempio banale: voglio cambiare finestra di lavoro del computer. Digito un comando tipo change directory, gli dico che directory voglio et voilà, mi trovo nella nuova finestra che volevo.
I recenti progressi nell’apprendimento meccanizzato e nell’addestramento di modelli linguistici rendono uno scenario del genere sempre più vicino e non è escluso che possiamo vedere qualcosa di concreto anche a brevissimo.
Ce l’ho messa tutta, ho ampliato i miei orizzonti o almeno ci ho provato, mi sono sforzato di trovare vie di utilizzo nuove, rivedere i miei processi, sforzarmi di capire. Dopo un bimestre e oltre, tuttavia, mi sono stufato e ho spento Stage Manager su iPad.
Accetto critiche e suggerimenti e sono pronto a tornare sui miei passi. Continuo a scommettere che, se viene annunciato davvero un visore per realtà aumentata barra virtuale, dentro ci sarà del software che richiama concetti analoghi.
Autodesk ha sempre snobbato Mac in modo tendente al vergognoso, al punto che quasi coglie di sorpresa l’annuncio delle edizioni di AutoCad e Maya per Apple Silicon.
AutoCad (vale anche per la versione LT) arriva con migliorie varie tra le quali, per chi ci tiene, la lingua italiana. Secondo Autodesk, le prestazioni su Apple Silicon rispetto alla versione Intel arrivano a raddoppiare.
Non ci sono proclami particolari rispetto a Maya. Anche qui comunque arriva qualche aggiunta significativa oltre alla compatibilità con Apple Silicon.
In più occasioni avevo già menzionato il memory Leak di Utility ColorSync, che da qualche versione di macOS impedisce di lavorare artigianalmente sui parametri di codifica dei documenti PDF.
In pratica in MacOS sussiste l’alternativa perfetta alla balena Acrobat. Meglio, sussisterebbe, dato che al momento attuale il programma soffre di un problema serio di allocazione della memoria e nel giro di pochi minuti rende il sistema inutilizzabile, con la memoria applicativa riempita fino all’orlo quando va bene e il disco pieno di RAM inutilmente patinata quando va male.
Achille Campanile scrisse uno sketch per mettere alla berlina l’ostilità della società-bene del suo tempo verso i figli nati da relazioni giudicate illegittime. Sì intitola Acqua minerale e gioca lungamente sull’equivoco linguistico dei significati di naturale.
Con Filippo e Roberto è stato assolutamente naturale ritrovarsi in podcast una volta di più, naturale nel senso più bello della parola. Volendo giocare sulle ambiguità linguistiche, potremmo contrapporre naturale a artificiale, visto che la puntata era dedicata alle sedicenti intelligenze in questo momento nella loro primavera (tranquilli che arriverà l’inverno).
Secondo Bill Gates è cominciata l’era dell’AI e si capisce, ha in mano prodotti che se non altro nel breve sono competitivi e il ferro va battuto finché è caldo.
Il marketing e il tirare la volata sono comunque un genere di azione diversa dall’appropriazione indebita.
In un insieme imponente di nozioni e di attualità, meritevole di lettura come minimo per la completezza, c’è una caduta di stile clamorosa. Per lui, i sistemi di sintesi generativa basati su grandi modelli linguistici (sarebbero più che altro testuali) sottoposti ad allenamento sono intelligenze artificiali.
Se fossero veramente intelligenze artificiali, eccellerebbero nel set di problemi contenuti dentro l’ Abstract Reasoning Corpus.
Il Corpus è stato allestito da François Chollet, ricercatore di spicco nel campo di machine learning e ricerche sull’intelligenza sintetica, nel 2020, con tanto di sfida ufficiale e premio di ventimila dollari per chi avesse saputo presentare un meccanismo di pensiero digitale in grado di superare le prove.
Ci hanno provato in centinaia e nessuno c’è riuscito.
Nessun progetto per Pasqua? Rilassati, tranquilli, poltrona e intrattenimento disimpegnato?
Suggerisco vivamente di mettere almeno parte del tempo nella seconda edizione di Automation April, in programma su MacStories.
Comandi Rapidi da scoprire, imparare, costruire, raffinare. Nel posto virtuale migliore al mondo per farlo e nessuna esagerazione nel dirlo, perché MacStories nasce da un italiano ma costituisce un’eccellenza globale.
Poi è una seconda edizione. La prima è andata molto bene e questa potrà solo fare tesoro di una esperienza positiva precedente.
Che fastidio la retorica vuota di Paolo Attivissimo quando dal suo blog proclama che
Dal 15 marzo scorso, insomma, non possiamo più fidarci di qualunque foto trovata online, perché esiste un modo facile e a buon mercato per generare migliaia di fotografie false ma estremamente credibili di qualunque persona o evento, reale o di fantasia.
Chissà dove è stato in questi anni, dove Photoshop ha imperato. Come? Né facile né a buon mercato?