La primogenita al suo primo anno di scuola primaria torna in aula dopo un mesetto di blocco e di lezioni a casa.
Questo post doveva contenere una serie di elogi, spiegati, alle maestre per come hanno organizzato l’attività e tenuto vivo l’interesse di bambini di sei anni senza alienarli con videolezioni scervellate. Hanno lavorato davvero bene, con semplicità ed efficacia.
Invece lo scrivo domani, perché la società che fornisce la piattaforma di registro elettronico alla scuola della primogenita è stata attaccata da pirati informatici che hanno cifrato i contenuti della piattaforma e chiesto un riscatto; il classico ransomware.
LG
è uscita dal business dei computer da tasca insegnandoci diverse lezioni.
La prima sembra ovvia, ma palesemente va ricordata: è poco saggio investire denaro su prodotti di aziende che lavorano in perdita. LG è un colosso globale in salute, eppure la sua divisione mobile era in rosso da più di cinque anni in misura disastrosa, con fatturati da quattro-cinque miliardi di dollari e margine negativo di settecento-ottocento milioni (
750 milioni nel 2020,
850 nel 2019). Una situazione che difficilmente può durare a lungo.
Apple afferma chiaramente che watch è compatibile con iPhone 6s o successivo con iOS 14 o successivo.
Sarà compatibile con
iPhone SE edizione 2016, che condivide il processore di
iPhone 6s ed è uscito sei mesi dopo? Si direbbe di sì perché è successivo, ma sto ancora cercando una conferma.
La cerco perché mi interessa il modello cellulare e la
tabella degli operatori che lo supportano rinvia per l’Italia a Vodafone, però attraverso un link che non funziona.
Nel dichiarare la digitalizzazione come obiettivo primario da qui al 2025, la città di Dortmund
ha approvato due risoluzioni fondamentali:
- uso di software open source ovunque possibile;
- il software sviluppato dall’amministrazione o da essa commissionato viene messo a disposizione del pubblico.
Fatto importante è che, da qui in futuro, la pubblica amministrazione dovrà giustificare il mancato uso del software libero in luogo di una applicazione proprietaria. Di solito è il contrario.
Una persona molto anziana che vive sola, autosufficiente ma con qualche problema di deambulazione. Se cade, può essere un problema.
Se cade e non riesce più a raggiungere un terminale di comunicazione, è un grosso problema. Risolvibile con uno di quegli apparecchietti da portare al collo, con un pulsante programmato per segnalare un problema alla centrale di ascolto.
Se cade e perde conoscenza, è un problema che l’apparecchietto non risolve.
John Gruber ha ragione: la storia dell’automazione per macOS e iOS è semplicemente
caotica e non pianificata.
Lo fa citando Jason Snell, che ha ragione pure lui, e spiega che
Mac ha bisogno dei Comandi rapidi. Né Automator né AppleScript arriveranno mai su iOS, mentre i Comandi rapidi potrebbero tranquillamente compiere il percorso inverso.
I Comandi rapidi per Snell sono il futuro possibile dell’automazione su Mac, per Gruber – che peraltro non prende posizione – finora si è solo generato caos. Due torti non fanno una ragione, ma due ragioni fanno una ragione al quadrato.
Suppongo che voglia essere
uno scherzo.
L’idea è che uno pensi che sia vero, scopra che non lo è e ci si facciano grasse risate sopra: gli scherzi funzionano all’incirca così.
A parte l’idea insinuata sotto sotto che telemetria significhi per forza minaccia alla privacy, un pochino forzata, un altro messaggio che passa con lo scherzone è che iOS e Android siano in fin dei conti equivalenti.
La prossima edizione di Wwdc
sarà ancora interamente online oltre che auspicabilmente piena di spunti interessanti. Le nuove versioni dei sistemi operativi, onestamente, sono eventi meno significativi che non un tempo, quando le versioni principali erano meno frequenti e i sistemi stessi meno maturi. macOS esiste da vent’anni, iPadOS da undici; tutti ci auguriamo migliorie, bug fix e sorprese grandi e piccole, ma difficilmente qualsiasi nuova possibilità del software a bordo di iPhone o Mac scuoterà il mondo.
Non avevo mai, mai, mai saputo né letto alcunché di
Plan 9.
Negli anni ottanta, salta fuori, il gruppo dei creatori di Unix ha iniziato a lavorare a un altro sistema operativo, in cui i Bell Labs non hanno creduto fino in fondo.
Così Plan 9 non è mai decollato; tuttavia ha contaminato positivamente altri sistemi operativi liberi e commerciali con varie innovazioni e idee che oggi diamo per scontate e che, senza di lui, avrebbe dovuto essere messe a punto da qualcun altro in qualche altro modo.
Uno dei miei punti fermi è poter replicare i flussi di lavoro senza troppi problemi attraverso Mac, iPad e – in modo ragionevole – perfino su iPhone.
Su iPad e iPhone ho avuto finora un grosso tallone d’Achille: i file
OpenDocument, usati per esempio da
LibreOffice (ma anche, lato testo, da TextEdit: provare per credere). Riceverne uno su iPad, senza Mac a disposizione, era un grosso ostacolo. Sì, accesso remoto a Mac, apertura con LibreOffice, salvataggio in altro formato, invio a iPad… ma è scomodo, inelegante e non sempre fattibile.