Non volevo scriverlo questo post, ma sono già le tre passate (non capisco, pochi istanti fa neanche erano le due: come vola il tempo), primo; secondo, ho passato la soglia della sopportazione della gente che scrive, manifesta, lotta (soi disant) per riaprire le scuole.
L’obiettivo mi trova totalmente d’accordo, ma le modalità sono da decerebrati. Se fossi lasciato a me stesso finirei all’alba e probabilmente querelato; invece sono abbastanza fortunato da poter citare un articolo di Ars Technica appena uscito:
«Le scuole sono sicure?» è la domanda sbagliata da porre (figuriamoci quando diventa una asserzione…).
Due faccende molto diverse, il retrocomputing e la conservazione del software del passato, cioè di pezzi della nostra storia.
Panic le ha messe insieme in modo mirabile rispetto ad Audion un suo riproduttore musicale del tempo che fu. Audion era, si diceva allora, skinnable, ovvero la sua presentazione grafica poteva cambiare arbitrariamente da parte di chi producesse nuove “pelli” per il programma seguendo regole prestabilite.
Oggi Panic le chiama face, facce, ma la sostanza non è cambiata. Solo che Audion non è più in commercio da tempo e la sua compatibilità con il presente è nulla. Che fanno loro? Producono una nuova versione minimale del programma, con licenza open source, in grado di girare su Mac moderni, capace di fare poco più che riprodurre brani in sequenza, e adattano tutte le facce create a oggi per Audion, in modo che le si possano visualizzare sulla nuova versione suddetta.
Penso che dovrebbe esistere un qualche indice di inefficienza intrinseca dei programmi, misurato grossolanamente sulla base del numero di azioni elementari necessarie per compiere una azione, in rapporto all’entità della variazione apportata.
Un esempio for dummies: sono in un editor di testo e mi trovo una distesa di testo tutta in maiuscolo. Voglio avere le iniziali maiuscole e il resto della parola in minuscolo.
Un comando tipo Cambia maiuscole e minuscole lasciando la maiuscola solo all’inizio del periodo, purché la preceda un punto, data per scontata la selezione preventiva del testo su cui intervenire, richiede un clic (diciamo che il clic è l’unità di misura fondamentale per l’interazione umana con l’informazione, Hii acronimo di Human Information Interaction, come il bit è l’unità di misura fondamentale per l’informazione).
Software sbagliato non per quello che fa, ma per quello che consente di fare. Ti dicono che Excel è il foglio di calcolo più completo, che è tanto comodo, che lo usano tutti.
È necessaria, una categoria fogli di calcolo? Ha qualche valore, essere il più completo dei fogli di calcolo?
Il problema è sempre quello: per uno che usa sacrosantamente Excel, dodici commettono nequizie inenarrabili. Ultima della serie la confusione delle vaccinazioni lombarde, pianificate – si fa per dire – mediante
la compilazione di fogli Excel non integrati nella piattaforma.
Il lungo filo rosso che connette tutta la storia di Apple nel XXI secolo si chiama Mac OS X,
nato ufficialmente proprio oggi nel 2001.
Innestare in modo soddisfacente un’interfaccia utente superiore su Unix è stata un’impresa non secondaria, che nessuno ha saputo compiere altrettanto bene e da cui sono germinati i sistemi operativi per iPhone, iPad, watch, tv e domani chissà che altro. Per seguire l’evoluzione di Mac OS X, John Siracusa ha di fatto scritto un libro fatto di
recensioni straordinariamente approfondite di ciascuna versione del sistema.
Nel 2019 Richard Stallman fu indotto a lasciare il suo ruolo di consigliere in
Free Software Foundation per via di certi suoi commenti a proposito di una storiaccia di sesso con diciassettenne che avrebbe coinvolto
Marvin Minsky durante una visita all’allora raccomandabile
Jeffrey Epstein.
Ora Stallman
è ritornato in carica. Un po’ come se avesse scontato un anno e mezzo di sospensione da Free Software Foundation per avere espresso una opinione (non ha mai lasciato la sua posizione di capo del progetto Gnu).
Ho accompagnato il prozio a ricevere la prima dose di Pfizer. Ho capito che non ce la possiamo fare.
La vaccinazione ha portato via un minuto, riguardando un quasi ottantanovenne che fatica a scoprirsi la spalla, in una giornata di sedicente primavera che alle nove del mattino faceva cinque gradi.
Tutto il resto invece. Per ogni vaccinato girano tre fogli A4, per quattro facciate: la nota informativa, l’anamnesi, l’anamnesi da portare il giorno della seconda dose. Chi non ci aveva pensato va a caccia di una penna, i fortunati scrivono appoggiati ai muri, per terra, assembrati attorno a un tavolino occasionale. L’infermiera alla reception improvvisata ha una manciata di biro, che spariscono ancora più veloci del vaccino.
Nuova funzione di Twitter che
debutta solo su iOS prima di diffondersi nel resto del mondo:
Superiorità nelle interfacce di programmazione, nell’affidabilità, nell’autorevolezza. Inferiorità nella diffusione e interessa nulla a nessuno. iOS, quattordici anni più tardi, è sempre avanti tecnologicamente. Inoltre la windowsvizzazione del mercato (Android al novantacinque percento e iOS le briciole) predetta da infiniti commentatori non solo non è avvenuta; iOS continua a pagare di più gli sviluppatori e a conservare una diffusione del tutto sana e soddisfacente per chi lo produce.
È normalissimo trovare vantaggi nel condurre attività produttive fianco a fianco con i colleghi e altrettanto lo è trovare vantaggi equivalenti nel condurre attività analoghe da una postazione remota. Dopo un anno di pandemia bisognerebbe averlo capito; invece ci troviamo con un sacco di gente bravissima e competente, che però sa funzionare solo in un modo.
La nuova normalità ha già mostrato da un pezzo che verrà richiesto di funzionare in più modi e il virus non c’entra: ha solo sbattuto l’evidenza in faccia a chi resisteva a un cambiamento che ha basi ben più profonde dell’evitare il contagio.
La scuola a casa ci ha consigliato di
tornare indietro di una decina di anni per riaccogliere a casa una stampante. Viste però le necessità effettive, abbiamo optato per una stampante laser moncromatica: una
HP LaserJet Pro M118dw.
(Per Fëarandil: l’offerta su questo modello era buona e mi sa che è molto simile a quello che avevi consigliato tu e avevo cercato in prima battuta).
Non frequentavo stampanti da un bel po’ e immagino che le mie considerazioni siano naïf per chi invece ci convive da sempre. Chiedo pazienza: non ero più abituato ad avere in casa qualcosa che fa rumore per accendersi.