Bisognerà tornare in modo approfondito sull’argomento, però vorrei sintetizzare qui e ora.
Dopo sei mesi dal lockdown, il pubblico preparato inizia a capire come comportarsi in videoconferenza e ad avere i primi indizi di come si collabora. Ci si può immaginare il pubblico non preparato.
Ci fu un tempo con un computer per nazione, poi uno per azienda, poi uno per famiglia, poi uno per persona e oggi numerosi computer per persona.
Può anche essere una giornata di lavoro veramente pessima, mentre fuori si scatena il temporale e l’estate termina. Però leggi che
Pixelmator Pro 1.8 si è aggiornato con un bel supporto di AppleScript e, comunque, la giornata prende un’altra piega.
Pixelmator Pro è un gran bel programma. Non sempre in linea con le linee guida di interfaccia di Mac, ma con lo spirito giusto. Tanto che il supporto AppleScript è stato fornito da Sal Soghoian, il padre dello scripting in Apple.
Che ci azzecca, avrebbe detto qualcuno, Amazon con la scuola materna? Eppure Jeff Bezos
ha annunciato l’apertura di una serie di asili destinati a bambini svantaggiati tra i tre e i cinque anni, i cui genitori pagheranno come retta zero.
La foto suggerisce un ambiente piacevole e curato; il testo non va oltre il ringraziamento al team che ha realizzato il primo progetto, a
Des Moines, nello stato di Washington.
Ci sarà chi la vede come una inaccettabile intrusione delle multinazionali nel mondo dell’istruzione. Io la vedo come una scuola materna in più a disposizione, destinata a bambini che altrimenti non la avrebbero.
Serve un progetto di ricerca per il quadrimestre? Suggerisco ampiamente traduzione, discussione, esplorazione pratica delle maestose rivelazioni del New York Times sul
tracciamento dei cittadini americani (e chiaramente del mondo) che avviene attraverso i loro computer da tasca.
Maestose come certe onde da surf, che a un certo punto si rovesciano a terra. La sezione Privacy Project del quotidiano ha messo le mani su un file di cinquanta miliardi di geoposizionamenti di cellulari… uno degli innumerevoli file simili prodotti dall’attività di tracciamento.
Retrocomputing, Ok. Storia di Apple, Ok. Anni ruggenti, Ok.
Ma è nostalgia del vigore psicofisico del tempo che fu o vero amore per un’epoca irripetibile e sì, visto il seguito, autenticamente rivoluzionaria?
Il litmus test è costituito da
questo audiobook: centotrentaquattro presentazioni per duecento ore di audio e sedici ore di video dei grandi dell’informatica degli anni ottanta, a partire da Steve Jobs ovviamente. Ci sono anche personaggi chiave per quanto meno alla ribalta, come Alan Kay, e personaggi protagonisti anche se ne avremmo fatto volentieri a meno, come Bill Gates.
C’è sempre da contare su Horace Dediu per avere una lettura degli avvenimenti diversa dal coro e neanche su iPad si è smentito.
Nel ricordare i
dieci anni dal debutto dell’apparecchio, inserisce anche questa affermazione:
Quello che iPad è riuscito a fare è crearsi la propria domanda. Si presenta al fianco delle altre piattaforme e non al loro posto. La gran parte degli utilizzatori di iPad possiede anche un iPhone e un PC oppure un Mac. […] iPad ha fatto qualcosa di più grande che sfrattare il PC dal suo trespolo. Gli si è appollaiato accanto e ha trovato la vita assai comoda.
A malapena diventato papà, in informatica sono già nonno perché mi ritrovo a raccontare sempre le stesse storie. Mi consolo a pensare che almeno me ne accorgo.
La storia è quella di quando eravamo più giovani e facevamo collezione di numeri di carta di credito. Per allenare la memoria facevo shoulder surfing in fila alla cassa: la sfida era memorizzare il numero della carta nel breve tempo in cui veniva sciorinata.
Una settimana dopo la
recensione-farsa di una console per videogiochi spenta, John Gruber racconta della sua
prova di watch serie 6.
Chi ha bisogno di ridurre le cose alla propria bassa statura mentale per stare bene dirà alla fine è solo un orologio. Gruber pone attenzione maniacale sui cinturini di watch, come se fossero una rivoluzione invece che, appunto, cinturini.
La sfumatura di colore, la consistenza, il comportamento da bagnato, perfino il mistero di come faccia Apple a mandargli cinturini della misura giusta senza averglielo mai chiesto; da un momento all’altro ci si aspetta che, munito di laser, ce ne disintegri uno atomo per atomo per mostrare che succede.
Dopo che anni fa avevo mostrato come si possa
usare nc al posto di telnet per entrare in un Mud,
Fabrizio Venerandi mi fa notare come il suo
Neonecronomicon effettivamente funzionerebbe, se il prompt non venisse popolato da punti interrogativi che si accumulano a intervallo regolare.
È così effettivamente e il problema è analogo, seppur con diversa frequenza, anche in altri Mud, per esempio
Achaea.
Il mio problema è un altro: ricordo come se fosse ieri di avere provato l’accesso, quando ho scritto il post tre anni fa, e di essere entrato nel gioco senza problemi. L’esperienza attuale non è quella del 2017, ma che cosa è cambiato? Il sistema operativo? Il funzionamento interno di nc? Un folletto dispettoso?
Amazon
erogherà corsi online a cinquecentocinquantamila studenti K-12 (fino alla terza media, per noi) in oltre cinquemila scuole, nell’ambito del programma
Amazon Future Engineer.
In Italia esiste ancora il valore legale del titolo di studio. E uno dice, che c’entra?
Amazon Future Engineer, se arrivasse in Italia, formerebbe migliaia di futuri ingegneri autodidatti, che riceverebbero un attestato di nessun valore legale. Eppure, sarei pronto a scommettere, il novanta percento di loro troverebbe un lavoro senza pretese che valorizza la loro formazione.