Conforta vedere che cambiano i secoli, le piattaforme, gli equilibri, le tecnologie, i trend tecnologici, ma il modo di preparare una recensione cialtrona e imbecille lo si trova comunque.
Esempio pronto in tavola quello di Engadget che presenta lo ZenBook 3 di Asus: più sottile, leggero e veloce di MacBook.
Che roba, eh? Un altro mito che crolla. Poi uno legge le differenze: 13,61 grammi. 1,3 millimetri. Sfido qualunque essere umano bendato a percepire la differenza.
Per alzare la mano durante l’ora di matematica e dire che prof, esiste un sistema di calcolo algebrico computerizzato open source che si chiama Maxima e funziona su Windows, su Mac e su Linux. Potremmo fare lezione con quello, invece che scarabocchiare con il gesso e pasticciare sui quaderni a quadretti.
Oltretutto è scritto in Common Lisp, che significa nulla dal punto di vista dell’utilizzatore ma a me fa simpatia a prescindere.
Si nota subito il titolo: La clessidra del tempo, come se ve fossero altre. (Varianti sul tema: La bilancia del peso, La lampada della luce, La ruota che rotola).
Il settore, messo alle strette dalla crisi, si riscatta con ricerca e tecnologia.
Veramente? L’inserto del Corriere è di settantadue pagine, delle quali due dedicate ai computer da polso. Uno di questi, nel 2015, ha venduto per sei miliardi di dollari. Rolex, per dire, ne ha totalizzati quattro e mezzo.
La Nasa ha un elenco di consigli di design tipografico per i testi di cui dispongono i piloti in cabina. Una spiegazione semplice ed efficace del perché scrivere a tutte maiuscole inficia la leggibilità di un testo. Quanto serve poco a fare la differenza in un cartello stradale e salvare delle vite.
Questo e altro in un bell’ articolo di ProPublica. I rudimenti della tipografia andrebbero insegnati a scuola.
Chi può, a proposito, non manchi la visita a Kerning.
Per quanto sia ancora largamente incompleto, trovo altrettanto largamente interessante il progetto open source PieMessage che mira a portare la messaggistica Apple su Android.
Incompleto significa che bisogna ancora lavorare sull’invio di immagini e video e che, nel momento in cui si esce dalla sicurezza di iMessage, la sicurezza su Android è zero totale. Queste le lacune più importanti ancora da colmare.
Il sistema in sé è semplice e astuto, già nato mille volte ma sempre come soluzione estemporanea, di rapida estinzione: un apparecchio OS X che funge da server e si preoccupa di inviare agli apparecchi Android i testi che gli arrivano da iMessage.
Una mail di Stefano fa risuonare delle corde cui sono estremamente sensibile.
Esigenze di lavoro mi hanno prima portato negli Stati Uniti e subito dopo in Iran a distanza di pochi giorni.
Paesi molto distanti l’uno dall’altro, non solo in latitudine.
Tra le mille differenze riscontrate, senza toccare le facili derive politiche che nulla hanno a che fare con le persone che incontri per strada, vorrei evidenziarne una: Internet e il suo controllo.
Di test di stress e resistenza sui computer da tasca ne escogitano a bizzeffe, solo che questo è stato standardizzato: è uno speciale macchinario a lasciar cadere al suolo questo o quel modello, in modo sempre uguale e ripetibile. E il computer viene fatto cadere più e più volte fino a quando diventa impossibile effettuare una chiamata di emergenza, per via della rottura dello schermo touch.
I primi due nella classifica dei più resistenti sono un modello di Htc e iPhone 6s, tanto per cambiare.
A proposito del problema di quanti
hanno perso musica a causa di Apple Music o iTunes o ambedue, uno sviluppo doppiamente interessante è che Apple
ha mandato due ingegneri a casa di colui che ha reso pubblico il problema.
Backblaze continua a pubblicare meritoriamente i dati sulla durata dei dischi che acquista per la propria attività di fornitura di backup e io so che tuo cugggino ha comprato un disco l’altro giorno, che gli è morto in mano, e ha giurato di non comprare mai più quella marca che è inaffidabile. Ugualmente, nella scia dei rapporti passati, sono comparsi i dati del primo trimestre 2016, relativi a 61.590 dischi in attività e un miliardo di ore di funzionamento, l’equivalente di centoquattordicimila anni/disco.
Non sono del tutto io a insistere sul tema della intercambiabilità tra iPad e MacBook: è la vita. Dopo
l’esperienza di Doblerto, leggo questa email di Stefano. Lo ringrazio e la pubblico perché dice un sacco di cose che nella loro semplicità dovrebbero esssre banali e invece vanno sostenute a spada tratta come se fossero eresie.