È uscita la
top twenty dei giochi 2025 a cura di Ars Technica e sono molto orgoglione di avere segnalato Dragonsweeper nientemeno che
dieci mesi fa.
Ars Technica non mi ha ringraziato per la segnalazione, ma capisco che abbiano una reputazione da mantenere.
Per mio conto, l’unico obiettivo concepibile è puntare per il 2026 ad almeno due giochi. Senza Playstation o Xbox è una bella sfida; ci proviamo volentieri.
Con gli anni, diventa sempre più raro poter parlare di sviluppi interessanti della tecnologia, con l’eccezione del 2026.
Dal primo gennaio prossimo, infatti,
entra in vigore il nuovo standard 1.4 del consorzio Thread, comprendente Apple, Google, Amazon, Samsung e altri.
Thread governa la creazione di reti mesh, che nascono al volo all’interno di uno spazio ristretto grazie agli apparecchi che vi si trovano. Connessione per vicinanza e secondo opportunità.
Il punto è che, finora, le regole dello standard permettevano la creazione di reti tra apparecchi che dovevano per forza avere in comune il produttore. Solo Apple, solo Google, solo Amazon.
Riflettevo su quanto è successo alcune settimane fa.
C’è questa organizzazione che si riunisce periodicamente per questioni come variazioni di bilancio, regolamenti esecutivi, organizzazione generale ed emerge la necessità legale di un controllo a campione casuale su una certa categoria di documenti, per verificare che tutto sia a posto.
Il vertice della contabilità spiega che, per evitare un aumento della complessità del lavoro, si è pensato di controllare solo i documenti il cui numero di pratica finisce con certe cifre. L’argomento è che la contabilità non può sapere in anticipo che documento corrisponderà ai numeri di pratica scelti e, all’opposto, chi numera le pratiche non può sapere in anticipo quale documento capiterà da numerare.
Babbo Natale svolgerebbe un lavoro faticoso nel portare doni a tutti i bimbi del mondo a bordo di una slitta trainata da renne volanti e possiamo davvero crederlo. O almeno, una bambina di sette anni lo crede senza problemi (su quella da undici iniziamo ad avere dubbi).
Eppure a me sembra niente, considerato che da più di trent’anni
Donald Knuth tiene una conferenza di Natale a Stanford e lo ha fatto anche quest’anno, a parlare di quanti modi ha un cavallo degli scacchi per coprire le sessantaquattro caselle un salto dopo l’altro.
Qualcosa di non troppo scontato sotto l’albero e che rientri nei costi. Dovrebbe anche destare un pizzico di sorpresa, non dico eccitazione o meraviglia, ma almeno un segno di diversità rispetto all’abitudine quotidiana.
Scelgo
textarea.my: da descrizione, un editor minimalista che vive dentro una pagina del browser e salva il contenuto… nell’URL della pagina, dopo compressione e hashing.
Non ci sono server, tutto avviene in locale. Per condividere un testo è sufficiente condividere l’URL. Magari è di cinquecento caratteri, ma è sufficiente.
Mentre ci si avvicina alla fatidica data natalizia, è curiosa la coincidenza con il fatto che Apple abbia decommissionato quest’anno esattamente
venticinque prodotti.
La (leggenda urbana della) obsolescenza informatica c’entra ancora meno del solito; sono quasi tutti apparecchi sostituiti da versioni piu recenti nell’ambito dei consueti rinnovi annuali.
Constato che il mio iPhone, aggiornato alla versione più recente di iOS, non compare in elenco; infatti, è già stato decommissionato, da un pezzo. Epoure rimane perfettamente funxionale e questo dà la misura dello spirito con cui leggere l’elenco.
Letture per le vacanze. Beh, una e centomila (nessuna suona brutto). Nel 2025 il New Yorker ha festeggiato i cento anni di pubblicazione e, tra le altre, ha
digitalizzato l’intero archivio della rivista.
A sentire loro, ci sono più di centomila articoli, per oltre quattromila fascicoli. Con le copertine, i sommari di ciascun numero, gli abstract (qualcuno scritto, dichiaratamente, con i sistemi per generare testo. Ed è una cosa che ha senso), gli autori.
Si commentava
quanto è stata di qualità la produzione televisiva di Apple e guarda tu che caso, Time
ha tre serie Apple nella classifica delle migliori dieci del duemilaventicinque.
Per la precisione, Pluribus, Severance e The Studio.
Così si sa dove guardare il trentuno sera per riempire la serata fino a mezzanotte.
Se per quest’anno dovessi scegliere un documento da cui trarre ispirazione per imparare qualcosa sullo sviluppo web, prenderei queste
cinquanta opinioni sulle API per il web nel 2025.
Non spaventi il numero, ché poi le osservazioni effettivamente presenti sono cinquantacinque. Ma si legge in fretta, si capisce subito, tutto è molto concreto e preciso. Il pretesto è stato scrivere un semplice gioco in HTML5, che poi è di per sé lettura interessante e non noiosa, niente accademicismi né pipponi tecnici sopra un normale livello di comprensione.
I biglietti con gli auguri di Natale arrivavano tutti con gli stessi auguri, ma la grafica era sempre diversa; monotona sui temi e sulle declinazioni di stile, ma c’era sempre o quasi sempre un qualcosa di originale, o almeno tentato.
Adesso sono rimasti tutti uguali negli auguri ed è uguale pure la grafica.
Fanno tenerezza – nella mia bolla è la tendenza del momento – quelli che hanno scoperto lo stile famiglia felice anni sessanta e trovano originalissimo riprodurre la famiglia felice con in più il mostro fantasy, il serial killer, il cattivo di qualche serie, il politico criminale. Variazione sul tema: famiglia felice con frase cinica o agghiacciante.