Quatto quatto, Vision Pro inizia a ritagliarsi uno spazio interessante in più nicchie di mercato dove il prezzo elevato, il relativo ingombro e la scarsità,di software generico ma dedicato non costituiscono ostacoli e, semmai, aiutano a mettere a fuoco soluzioni specifiche.
Ne parla un articolo di MSN, superficialotto ma ugualmente interessante, che presenta
Vision Pro usato con successo in contesti specifici, dall’addestramento di piloti d’aereo alla realtà virtuale nel mondo immobiliare e vari altri.
Per parafrasare: Microsoft ha fatto anche cose buone.
Per esempio, fornire a Apple II e Commodore 64 il linguaggio Microsoft BASIC. E, qualche anno dopo,
rendere il Basic suddetto open source.
Quindi siamo certi che Microsoft abbia fatto almeno due cose buone. Non avesse l’istinto predatorio, potrebbe anche farne delle altre. Magari tra altri cinquant’anni.
Leggere lo Status Report periodico del team FreeBSD richiede impegno. La maggior parte del contenuto è, per il mio stile di computing, più o meno irrilevante, perché oltremodo tecnico o spinto verso piattaforme che al massimo posso avere sentito nominare.
Ogni tanto salta fuori una perla che mi riconcilia con la fatica e conferma la mia ipotesi che FreeBSD sia un ottimo secondo sistema operativo e che, in casi estremi, potrebbe bene fare il primo.
Il parallelo che mi è venuto è con
L’orrore di Dunwich, novella horror di Howard Phillips Lovecraft.
Racconta di un tizio che prepara un elenchino di presenti e assenti a un evento aziendale. Un file testo con estensione .txt contenente solo vecchi caratteri ASCII, neanche una accentata, per dire. Cinquecentotrentotto caratteri.
Poi lo invia da iPad alle persone interessate, via Teams, e guarda l’anteprima del file inviato.
Impazzisce.
Qui sotto compare la resa Teams del file. Chi osasse leggerla lo farebbe a rischio e pericolo della propria integrità mentale. Si sussurrano cose terribili che sarebbero successe a chi ha cercato di arrivare in fondo.
Un piccolo test di user experience che prende le mosse dal
pessimo commento delle finali italiane dí softball. Meglio non richiamare alla mente immagini, per chi ha esperienza, e rispondere senza altri approfondimenti per quanti non ne avessero.
Ogni partita dura un certo numero di inning. Un inning comincia quando batte la squadra in trasferta. Dopo tre eliminazioni di battitori, comoncia la seconda parte dell’inning, in cui batte la squadra di casa, sempre fino a quando vengono eliminati tre battitori. Quindi l’inning è diviso in due metà.
La segnalazione di
Roberto è capace di farmi fare cose inaudite, per esempio invitare al supporto di una petizione.
Le petizioni su Internet sono finte e inutili, ma questa è diversa: il supporto a un’idea creativa, la cui efficacia (quella del supporto) è misurabile e concreta.
Invito quindi alla mobilitazione: chi non sarebbe disposto ad avere una
versione Lego di iMac G3?
Le raccolte di supporto per idee creative Lego sono vere: quando ho iniziato a scrivere mancava un soffio alle cinquemila adesioni e ora si è già proiettati verso il traguardo successivo, diecimila sostegni entro più o meno fine giugno prossimo.
È anche il fatto che Apple è meno estroversa di un tempo rispetto ai suoi traguardi ingegneristici.
Chi si lamenta della mancanza di creatività o di novità tecnologiche potrebbe farlo, magari, dopo avere guardato a velocità normale e con una normale attenzione questo
video sull’ingegnarizzazione di AirPod (delle abitudini di informarsi a mezzo video e proiettarli a velocità maggiorata per guardarli a metà parleremo un’altra volta).
La risultante è che AirPod non sono cuffiette ma meraviglie tecnologiche. Forse la migliore espressione, in questo momento, dei talenti di Apple lato hardware. Sono brividi diversi da quelli che Jean-Louis Gassée trasmetteva tanti anni fa assemblando un Macintosh Portable durante la sua presentazione. Arrivano, però, e lasciano qualcosa più della mera dimostrazione tecnologica.
Le piattaforme di computing sono basate di solito su un nucleo di basso livello, a partire dai cui comandi nasce software di alto livello a disposizione generale degli utilizzatori. I sistemi UNIX sono esempi classici: da comandi testuali per persone almeno minimaente esperte si arriva a interfacce grafiche e app potenzialmente fruibili anche solo con un mouse.
Apple è probabilmente l’unico caso in cui avviene anche il percorso inverso e l’elenco dei comandi di basso livello si arricchisce a partire dalle funzioni di utilità pubblica.
Come avevo magicamente
preconizzato, esce oggi online e in libreria
Statistica - principî e metodi con R e i dati dell’NBA. Per ora solo carta ma arriva anche l’ebook.
Ne ho già accennato e il titolo dice tutto, per cui resta solo da spiegare l’ovvio in modo che le cose siano molto chiare.
Conoscevo il libro prima che uscisse in quanto collaboro con l’editore. Lo segnalo – la storia del blog dovrebbe testimoniare a favore – perché mi interessa, ho potuto guardarci dentro prima che uscisse e trovo l’approccio degno di nota, superiore a quelli dei soliti manuali.
Quando
Mimmo ha pubblicato su Slack la notizia di
un blog scritto con emacs in org-mode con pubblicazione via Hugo, ho pensato che sarebbe stato cortese ricambiare in qualche modo.
Provo allora a sdebitarmi con
WebR - R in the Browser.
Che poi ultimamente potrebbe servire un po’ anche a me, ma è inutile arzigogolare in eccesso.