Mi sono speso molte volte per molto tempo a spiegare come la qualità delle batterie sia una questione essenziale. Molte di queste volte mi sono scontrato contro il muro di gomma del risparmio a tutti costi: le batterie Apple (di quelle si parlava) hanno un prezzo maggiore e allora le compatibili, che costano meno e ci sentiamo astuti nel comprarle, perché tanto alla fine sono batterie come tutte le altre.
È domenica e quindi niente cose pressanti, che pure ci sarebbero e che vedremo in settimana. Invece, c’è da installare su Mac
Folder Quick Look di App ahead.
Banalmente, è una estensione che abilita la Visualizzazione rapida dell’interno delle cartelle e dei file compressi come zip.
La visualizzazione dentro gli zip era già capitata in passato; quella dentro le cartelle mai e c’è davvero da chiedersi perché non sia mai stata proposta prima.
L’inizio di questo post lo devo a
kOoLiNuS per avere segnalato una congiunzione astrale davvero atipica: Affinity
ha eliminato ogni traccia delle sue app dall’App Store per Mac e ha reso gratuite le proprie app per iPad, che già erano un affare a pagamento, figuriamoci ora.
Non è dato sapere quando la congiunzione astrale favorevole terminerà. Poche ore prima di scrivere ho approfittato con successo dell’offerta, che è (o era) del tutto concreta.
Sembrerebbe che in Afghanistan
sia tornata almeno parzialmente Internet, dopo che i talebani
l’avevano azzerata in tutto il Paese.
Il blackout è durato quarantotto ore; un esponente del governo aveva attribuito la chiusura delle comunicazioni a una iniziativa per la prevenzione del vizio. Nessun’altra spiegazione è stata fornita, neppure per il ritorno della connettività.
La popolazione è sollevata, dopo che il Paese era rimasto paralizzato; si può ipotizzare che perfino i talebani non immaginassero quanto la comunicazione sia di importanza critica per una comunità estesa.
Legge le cronache ed è convinto che l’anonimato su Internet si raggiunga con Telegram o cose così.
A parte che raccomando molto di più
Signal (lux.19), si sappia che, quando arriverà il nostro momento di cospirare e mettere a posto un sacco di cose, parleremo impossibili da ascoltare e volatili come pipistrelli nella notte.
Useremo infatti
Conspire Chat.
Conversazioni effimere via web in stanze private contrassegnate da un URL casuale che serve come chiave di accesso (la cui comunicazione è l’unico punto debole del meccanismo), cifrate end-to-end da beowser a browser senza passare da alcun server. È prevista anche la condivisione di file, sempre in modalità peer-to-peer. La stanza si crea quando entra il primo partecipante e si distrugge quando l’ultimo esce. Ogni dato presente nella stanza viene cancellato.
Negli States è tempo delle finali del baseball e con perfetto tempismo Dr. Drang si dedica allo scripting per sintetizzare come sono variate negli anni le
durate delle partite.
In cucina ci sono piatti che, a leggere la lista degli ingredienti, non danno alcun brivido e che invece, trattai da mani capaci, alla fine lasciano un bel ricordo.
Qui è lo stesso. Sono tutte cose semplici, facilmente replicabili, con strumenti ad accesso universale come
matplotlib o Python, ma il risultato — quasi sempre e stavolta non fa eccezione - è un piccolo clinic sul trattamento dei dati. Reperimento, normalizzazione, organizzazione, rappresentazione non per forza banale e ridotta esteticamente all’osso, avanti il prossimo problema avendo imparato tanto da poche righe.
Di recente ho incontrato uno che pretende di usare esclusivamente i contanti, una docente che per fare rispettare il divieto dei cellulari nelle scuole vorrebbe requisirli all’ingresso, l’inevitabile che preferisce prendere gli appunti a mano e si cura di farlo sapere in mondovisione prima di una riunione.
Chissà che cosa pensano di fronte ai
talebani che chiudono Internet in Afghanistan.
La corrispondenza della BBC — ma c’è l’imbarazzo della scelta — fa gelare il sangue. I talebani hanno letteralmente segato le fibre ottiche in giro per il Paese e da poco hanno bloccato tutto, anche a Kabul oltre che nelle regioni remote.
Devo ammettere che su iPhone (e anche su Apple Watch) non è che iOS 26 abbia provocato chissà quali cambiamenti. In qualche occasione, però, gli effetti di Liquid Glass sono semplicemente superbi.
Piccole cose, eh? Ma mi fanno sentire, come diceva Craig Federighi nella presentazione, più vicino ai miei dati, con una barriera più sottile di interfaccia a separarmi da loro.
Tipo la schermata in cui digitare il PIN. si intravedono i riflessi di quello che, se non fosse un’illusione, starebbe più in basso, dentro il telefono. È bellissimo e digitare il PIN è quasi diventato gustoso, dal noioso di prima.
Io sono incastrato dalla scuola della primogenita. Altri, no. Li esorto di cuore a partecipare alla
LibreItalia Conference 2025, in programma come sempre in una location incantevole e, questa volta, nell’estremo nordest italiano, in terre che per essere italiane hanno sofferto e per le quali ha un significato. Nessun nazionalismo fuori tempo massimo, solo consapevolezza della propria identità, che in tema di software libero è un argomento chiave.
Il pranzo nella giornata lo offre LibreItalia; chi pernottasse la sera prima può partecipare a una cena che richiede autofinanziamento, ma vale la pena.
Mi sembra più opportuno focalizzarmi su determinati aspetti interessanti dei nuovi sistemi operativi che lanciarmi in pseudorecensioni che diventano dispersive.
Oggi tocca alle nuove finestre modali, che hanno una caratteristica inedita: si chiudono con un pulsante nell’angolo in alto a sinistra, che mostra un segno di spunta.
(una finestra modale consente interazioni solo con sé stessa e va chiusa prima di poter compiere altre operazioni nel resto del programma).
È assolutamente fuori dalla consuetudine. Su macOS, quando si chiude una finestra non modale, siamo abituati a vedere in alto a sinistra un pulsante rosso. Oppure abbiamo in basso a destra un pulsante di conferma, uno eventuale di negazione e uno di annullamento.